First ride: Ducati Multistrada Pikes Peak

Alessandro Bianchi

Prova Ducati Multistrada V4 Pikes Peak una Crossover d’eccellenza. Una straordinaria sportiva stradale capace di offrire comfort ed esclusività

Ducati Multistrada Pikes Peak. una Crossover d'eccellenza !!!

Ammirala in bella posa nel salone del concessionario mi trasmette un senso di appagamento visivo dal quale mi rimane difficile staccarmi, incantato dalla sgargiante livrea sportiva curata nei minimi dettagli, la Pikes Peak,rappresenta la massima espressione di un'esclusiva sportività nel segmento delle crossover.

Si presenta con  una doppia colorazione, dove oltre al classico rosso Ducati alterna il bianco delle cartelle portanumero sui fianchetti laterali ed i numeri stampati in nero.La cura del dettaglio è quasi maniacale, lateralmente al gruppo ottico si notano su entrambe i lati i due tricolori Italiani che sottolineano e rimarcano, la matrice tutta Italiana di questo prodotto d'eccellenza.

Impossibile non soffermarsi ed osservare la cure ed il pregio dei materiali utilizzati, il becco in fibra di carbonio con lo stemma Ducati conferiscono esclusività ad un imponete frontale dall'aspetto sportivo. Ovviamente Ducati non si sofferma solo ad un' estetica curata con dovizia di particolare nel dettaglio, ma come è ben noto, nella realizzazione dei suoi prodotti Premium, di sostanza ne mette sempre tanta e quì ovviamente non si sono fatte eccezioni.

Infatti tutta la componentistica è di assoluta eccellenza, partendo dal Terminale Akrapovic, dai cerchi leggerissimi della Marchesini, dalle Ohlins elettroniche per finire all'impianto frenante marcato Brembo. Insomma come si suol dire "tanta, tanta roba" e "davvero un bel vedere !!". Ovviamente vista la vocazione sportiva monta al posteriore un bel 190/55 ed all'anteriore 120/70/17 contrariamente alle altre versioni che tutte montano all'anteriore un 19''. Bene, è arrivato il momento di vedere  e sentire di cosa effettivamente questo mezzo è capace.

Salendoci in sella mi rendo subito conto che la posizione e l'ergonomia rispetto ai modelli precedenti è cambiata, la seduta mi sembra più bassa, il manubrio larghissimo è girato all'indietro e posizionato leggermente verso l'alto rispetto alle precedenti. Una volta partito mi accorgo che il motore eroga con una precisione millimetrica, senza sussulti anche la minima richiesta del gas.

In movimente questo mezzo malgrado il suo peso non proprio indifferente, parliamo di circa 240 kg in ordine di marcia, diventa come per incanto leggerissimo, grazie sicuramente ad un'attenta distribuzione dei pesi , che trasmette subito una confidenza inedita che permette di destreggirasi nel traffico al pari di uno scooter, grazie ad un quick shifter che lavora benissimo anche a bassi regimi, le marce vengono fagocitate con estrema naturalezza e se non si è attenti ci si ritrova in un batter d'occho a velocità decisamente inadeguate ai limiti urbani.

Una facilità ed una semplicità di guida davvero inaspettata per un mezzo che nasce con simili caratteristche sportive !! Dopo qualche km percorso nel circuito cittadino, impaziente mi dirigo fuori Roma ansioso di assaggiarne le doti e le prestazioni .

Arrivano le curve !!!!

Sono impaziente e fremo per arrivare nei miei terreni di caccia, dove le curve abbondano e la fanno da padrona, le mie aspettative sono alte, il cuore mi batte forte per l'emozione ed il desiderio di strapazzare questa meravigliosa moto, ben consapevole del potenziale che mi ritrovo a gestire. Infatti nulla viene disatteso …. anzi, le sorprese arrivano in anticipo, in uno dei primi tratti di rettilineo extraurbani, parto allegro, ma non troppo da un semaforo che immette su un bel tratto dritto di qualche km, butto dentro le marce in sequenza che vengono sparate dal quick shift come un fucile a ripetizione.

Godo del rumore delle fucilate e del superlativo tiro di questo V4 che sale vertiginosamente di giri in maniera talmente para e senza flessioni da sembrare quasi elettrico: prima sbamm, seconda, sbamm terza .. quarta … quinta …..sesta e ……….. guardo avanti la strada, qualcosa non torna, il mio campo visivo è stranamente ristretto.

Forse i miei occhi non funzionano bene. Vedo in lontananza il cavalcavia a cui faccio sempre riferimento che precede un bel curvone ampio, lo vedo lontano, ma dopo qualche attimo mi arriva incontro ingigantendosi con velocità esponenziale …….. ma che cazzz sta succedendo, non sento aria addosso e nè sul casco sto tranquillo, a conferma butto velocemente l'occhio sul tachimetro e ………. sorpresa 1xx km/h !!!!!!!!!!

Azzzzzzzzz Alex così di certo non ci posso entrare ……….. frenaaaaaaaaaaaaa, mi attacco a San Brembo, che per fortuna si palesa con puntuale ed assoluta concretezza, la sua presenza, particolarmente gradita dal sottoscritto in questo frangente, ha dimostrato un'efficacia straordinaria accompagnata da un potere d'arresto veramente notevole degno di una superbike !!!

Quindi mi sono ritovato ad entrare mio malgrado ad una velocità un tantino sopra le righe che mi ha consegnato il biglietto da visita di questa Pikes Peak. Sono stato tratto in inganno !!

Il perfetto connubio di uno straordinario quanto efficace studio aereodinamico con l'inaspettata esuberanza di un V4 da 170 cv capace di erogare senza la minima flessione, ti portano a ritrovarti involontariamente e nel giro di spazi e tempi ristrettissimi, a velocità interstellari. Ciò che trae in inganno è la mancanza dell'impatto con l'aria che malgrado un plexi ridottissimo, ti consente di viaggiare fino a 170 km/h in quasi totale assenza di aria, direi notevole !!! 

Quindi dopo questa inaspettata esperienza da videogioco, ho guidato con l'occhio perennemente puntato sul contachilometri onde evitare di richiedere nuovamente l'intervento in extremis di San Brembo, che ripeto, svolge in maniera eccelsa la sua funzione. . Arrivano i primi curvoni veloci della Salaria, questa volta mi concentro e non mi faccio trovare impreparato, controllo il tachimetro e mi rendo conto che questa sarà un'operazione che dovrò replicare più volte prima di acquisire dati sufficienti ad interpretare le velocità che si raggiungono inconsapevolmente. 

Gli ingressi arrivano repentini ed entrando ad alte velocità la moto ha un'ottimo appoggio trasmettendo stabilità e sicurezza, la discesa non è fulminea ma ben progressiva. Malgrado la ruota da 17" mi sarei aspettato di percepire un'anteriore più caricato ed una maggior velocità nei cambi di direzione, questa non vuole essere una critica, anzi, il comportamento dinamico di questo mezzo rimane sempre composto e neutro anche in una modalità sportiveggiante, permettendo di preservare il comfort ed una bellissima rotondità di guida che poco si discosta dai modelli Touring che montano il 19". 

L'erogazione è talmente para e lineare che ti permette di spalancare tutta manetta senza incorrere in perdite di aderenza, mi rendo conto che la spinta è ingannevole e non percepibilissima, poichè distribuita in maniera uniforme ed omogenea su tutto l'arco di erogazione e ti fà fare tanta tanta strada, insomma tradotto in soldoni si và fortissimo senza rendersene conto.

Sui curvoni veloci trasmette tanta sicurezza incitando ad entrare sempre più forte, ricalcando in pieno il dna delle Ducati sportive, dove maggiore è la velocità degli ingressi e maggiore è l'appoggio e la stabilità percepita. Insomma più si è decisi ed incisivi nella guida e maggiore è la risposta di appoggio e sicurezza anche quando si cercano angoli importanti. 

Sul misto :

E finalmente arrivano i bei tratti di misto dove le curve si susseguono costanti per parecchi chilometri. Gli occhi mi brillano e mi fiondo a capofitto come un bimbo in una giostra. Arriva la prima serie a medio e stretto raggio, dove per goderne appieno è richiesto un ritmo serrato senza interruzioni per una decina di chilometri. Piccoli rettilinei che portano su belle curve a semicerchio dove si raggiungono angoli importanti con veloci cambi di direzione. un vero Toboga !!

Prime curve in sequenza, piccolo rettilineo, freno poco e voilà, la butto giù veloce e deciso, lei mi asseconda, raggiungendo subito un'inclinzione importante ma mi accorgo che date le dimensioni ed il peso della moto, dalla posizione in cui sto devo scendere ancora, spingo con il corpo ed il manubrio e vado giù. ora ci sono, riprendo il gas in mano e comincio a farla scorrere, lei obbedisce ed esegue senza scomporsi fino all'uscita della curva, l'anteriore digerisce bene le asperità dell'asfalto, grazie anche al magnifico lavoro che svolgono le Ohlins.

Bene,comincio a prendere la giusta confidenza ed aumento il ritmo, ma da quì in poi la musica cambia, aumentando la velocità degli ingressi sento che l'avantreno comincia ad innescare dei movimenti che però reputo fisiologici data la sua altezza e l'ampia escursione delle forcelle.

L'anteriore trasmette sempre una discreta sensibilità, ma più i ritmi diventano elevati e più la guida mi comincia a diventare faticosa, specialmente nell'intento di farla girare e chiudere stretta, rendendomi conto che effettivamente mole ed altezza non aiutano nella guida tirata. Infatti alzando l'asticella dell'andatura si entra in un'altro step, nel quale l'ausilio del corpo e del bacino diventano strumento necessario ai fini dell'efficacia. 

Comincio a faticare, il rapido susseguirsi delle curve non mi concedono tregua e l'impegno fisico si fa sentire nella gestione di un mezzo che comunque è dotato di ingombri e pesi elevati, più alzo il ritmo aumentando le percorrenze e più perdo fluidità, anche se la moto non accenna a cedimenti. Aumentando necessariamente gli angoli in breve arrivo a toccare le pedane, ma la cosa più preoccupante è la leva del cambio che temo possa impuntarsi procurando danni.

Quindi non forzo oltre, anche se il limite di questo mezzo è ancora ben lontano dall'essere raggiunto. Concludendo questa super crossover dall'indole sportiva oltre ad essere oggettivamente bella e comoda è capace di offrire una vera anima poliedrica che ricalca in pieno il concetto della Multistrada mostrandosi una validissima sportiva altresì capace di affrontare anche viaggi a medio e lungo raggio senza invidia nei confronti delle Tourer più blasonate. 

Ovviamente è necessario fare alcune doverose considerazioni riguardo il peso e dimensioni. Da qualche anno a questa parte cilindrate e potenze sono in costante aumento, ciò comporta inevitabilmente una serie di conseguenze da dover considerare, anzitutto parliamo del peso, le Multistrada precedenti erano in qualche modo più agili ed anche più leggere, poi con il trascorrere degli anni con l'aumento delle cilindrate, i pesi e le dimensioni si sono dovuti adeguare all'incremento delle potenze,

Nella V4 lo step evolutivo rispetto ai precedenti modelli è stato decisamente più evidente ed incisivo, il motore non è più un biciliundrico bensì un V4, malgrado piccolissimo ed ultracompatto, riporta peso e dimensioni più ingombranti, l'elettronica si è evoluta diventanto un'altro strumento che aggiunge peso e poi dulcis in fundo, mettiamci anche che per gestire in sicurezza l'aumento delle potenze e della cavalleria, La ciclistica e le quote si sono dovute necessariamente adeguare in modo da poter sopperire alle badilate di cavalli che si scaricano sulla ciclistica.

Detto ciò sono rimasto piacevolmente sorpreso dalle doti e dal potenziale di questa moto, che permette di passeggiare comodamente ammirando i panorami  ma al tempo stesso ad un minimo accenno di manopola si trasformarsi in una micidiale arma da guerra !!!

P.S. si informa che la Multistrada oggetto di test, non è stata soggetta a maltrattamenti e/o violenze meccaniche, verbali o morali. L'intera prova è stata frutto di accordo volontario e consenziente tra Multistrada Pikes Peak ed il sottoscritto.

Buona strada a tutti Biker's !!!

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