NOTA: i capitoli precedenti di questa guida sono in fondo all'articolo.
Abbiamo parlato tanto di guida dinamica, fluidità e dell'importanza delle traiettorie in un contesto di sicurezza, ma non abbiamo mai approfondito l'argomento nel merito di come eseguirle e quali sono le linee guida da adottare, vediamolo insieme.
Come già più volte riportato, abbiamo sempre definito per guida dinamica l'applicazione di alcuni concetti e principi nell'esecuzione delle manovre, volte all'ottenimento di alcune caratteristiche nella guida che rendano l'andatura costante, fluida e senza soluzione di continuità, nella fattispecie nei percorsi misti, dove il quasi annullamento dei trasferimenti di carico ne sono la caratteristica preponderante.
Tradotto in soldoni e per farla semplice, si mira all'ottenimento di una fluidità di guida ottenuta limitando il più possibile le brusche frenate, le violente accelerazioni, in favore di una velocità quanto mai costante nel contesto generale di guida, quindi non solo sui rettilinei, bensì rivolgendo particolare attenzione ai tratti guidati, ossia misti stretti e veloci. Nella guida dinamica il fattore velocità, inteso come dato assoluto, non ricopre alcuna importanza e ne rappresenta solo un dettaglio.
L'elemento che contraddistingue e caratterizza la fluidità è quell'andatura costante che inibisce l'interruzione dell'azione nelle tre fasi più cruciali ed incisive della guida, ossia: ingresso curva, percorrenza ed uscita. Se riusciamo a mantenere la moto ad andatura costante con un assetto il più possibile neutro otterremo la fluidità di guida, che renderà la moto straordinariamente stabile, rotonda, efficace e specialmente sicura, poichè esente da quelle forze dinamiche che annullano la neutralità del mezzo andando ad intaccare il fattore stabilità.
Analizziamo quindi le traiettorie e le percorrenze e vediamo che ruolo svolgono ai fini della guida dinamica, ma specialmente come devono essere eseguite per cercare di preservare il più possibile il fattore sicurezza. Bene, tutti sappiamo quanto sia di vitale importanza per se stessi e per il prossimo non invadere mai la corsia opposta, o comunque cercare di avvicinarsi il meno possibile a quella maledetta linea bianca che stabilisce il confine tra la vita e la morte e che spessissime volte ne è stata causa e teatro di moltissimi incidenti anche mortali.
Purtroppo il tutto nasce da un'impostazione di guida fondamentalmente errata, che mira a riflettere o ad emulare, non dico alcuni principi poichè sarebbe troppo, bensì alcune modalità che si vedono nella guida in pista e mi riferisco all'interpretazione delle traiettorie, dove spesse volte i piloti seguono linee che prediligono il taglio della curva andando diretti al cordolo con l'intento di ottenere una minor percorrenza ed un conseguente risparmio di tempo.
Ovviamente in pista ci stà tutto, come spesse volte abbiamo già detto, la pista e la strada rappresentano due dimensioni diametralmente opposte, nelle quali l'unico elemento condiviso sono le due ruote, ma con modalità e finalità di utilizzo contrapposte, in pista l'antagonista da combattere è il tempo e l'avversario ed anche nelle pieghe la tendenza è quella di spigolare più che percorrere, quindi tutto ciò che porta vantaggi in questi termini viene pedissequamente messo in atto, d'altronde non ci sono macchine o moto che vengono nel senso opposto e le traiettorie non hanno limiti o tabù, cosa che invece nella guida su strada sono ben presenti ricoprendo un'importanza vitale nel vero e proprio senso della parola.
E invece purtroppo, spessissime volte, vedo motociclisti che nell'intento di affrontare le curve si avvicinano pericolosamente alla mezzeria o addirittura la oltrepassano con tutti i rischi che ne conseguono. Per alcuni è un gravissimo automatismo acquisito nel tempo, del quale bisognerebbe rendersi consapevoli per poter porre rapidamente rimedio, mentre per altri è un modo o un espediente di guida mirato per raggiungere magari chi è più veloce, il chè sicuramente potrebbe far risparmiare strada e tempo ma con uno scotto troppo alto da pagare.
Molti infatti già in prossimità della curva tendono a spostarsi verso il centro, annullando così quello spazio vitale ed il margine di sicurezza che deve essere preservato per poter percorrere la traiettoria. Vorrei ricordare che le percorrenze e le traiettorie devono avvenire SEMPRE all'interno della mezzeria, Quindi se si comincia ad impostare una curva trovandosi già a cavallo della riga bianca, nell'intento di piegare sarà quasi inevitabile l'invasione di corsia con tutti i rischi che ne conseguono.
Come impostare una curva su strada cercando di limitare i rischi
anzitutto bisogna cominciare a focalizzarsi nell'acquisire l'automatismo di guidare rimanendo sempre ed in ogni contesto sulla destra della carreggiata, cercando di non avvicinarsi mai alla mezzeria. Stesso discorso vale anche per le percorrenze, ossia mantenendo un'andatura costante, anche l'ingresso alla curva dovrà avvenire sempre sulla destra, per intenderci, vicino alla fine dell'asfalto, facendo sempre attenzione però allo sporco ed al brecciolino, cercando di non anticipare mai la traiettoria come spesso avviene, bensì posticipando l'ingresso il più possibile in modo da trovarsi ben all'interno della curva, posizionati sulla destra e ben lontani dal centro.
In questo modo si potrà cominciare a piegare da una posizione di vantaggio che offrirà sicurezza, poichè lo spazio dove si svolgerà la percorrenza rimarrà all'interno della mezzeria. A questo punto si darà inizio alla curva cercando di percorrerla interamente senza tagliarla e/o cercando traiettorie più corte, lasciando che la moto scorra fluida per l'intera lunghezza della curva percorrendola come un pennello in un disegno.
Rispetto ad una guida sportiva aggressiva, il risultato sarà quello di ottenere delle percorrenze e delle traiettorie fluide che dureranno molto di più e dove spesso gli angoli di inclinazione saranno più accentuati, proprio nell'intento di leggere la curva nella sua interezza. Oltre alla sicurezza quest'andatura sarà in grado di offrire un inedito piacere di guida che presto diventerà irrinunciabile.
Dovendo necessariamente rimanere all'interno della nostra carreggiata, le percorrenze delle traiettorie dovranno essere eseguite alla ricerca della maggior fluidità possibile e per l'intera lunghezza della curva con il fine di acquisire questo principio come regola imprescindibile della guida dinamica. Quindi oltre all'impostazione della traiettoria, il secondo elemento da tener in considerazione è la fluidità che ricopre un ruolo essenziale senza il quale non sarebbe possibile applicare questi principi.
Dunque ai fini dell'ottenimento di una fluidità di guida costante, sarà necessario percorrere le curve possibilmente con marce alte, o comunque con il motore che giri regolare senza farlo urlare con marce basse, proprio perchè la condizione di neutralità e di fluidità nell'assetto della moto è anche strettamente correlato ai giri del motore.
Infatti se si percorre con il motore ad un alto numero di giri, prendendo in mano il gas, la risposta sarà violenta, immediata e di difficile gestione con un conseguente trasferimento di carico sul posteriore dovuto a schiacciamento per un'erogazione improvvisa che ne comprometterà la stabilità senza escludere probabili parziali perdite di aderenza e sbacchettamenti ed ovviamente con l'annullamento della fluidità di percorrenza .
Dunque gli ingressi dovranno avvenire cercando di entrare con il motore che gira regolare evitando di stare ad alti regimi, la spinta di una marcia più alta evita e/o riduce il trasferimento di carico, poichè l'erogazione avverrà in maniera più omogenea e costante per tutto l'arco della traiettoria, consentendo anzitutto un maggior controllo del mezzo nella gestione del gas, favorendo la scorrevolezza e la fluidità.
Malgrado possa sembrare un concetto di guida controverso rispetto ai canoni di alcuni smanettoni, una volta acquisiti questi principi fondamentali, contrariamente a quanto si possa credere, gli ingressi e le percorrenze se eseguite in queste modalità, risulteranno maledettamente efficaci, scorrevoli e pulite.
Ma se si è efficaci, scorrevoli e puliti, guarda caso si sarà anche veloci, anzi maledettamente veloci, con la prerogativa di non rendercene neanche conto, poichè il tutto avverà senza sforzo e senza ritrovarsi con la moto impiccata, ma con un volume di spinta poderoso ed omogeneo che si andrà a distribuire sul posteriore generando una velocità di percorrenza elevata e costante che renderà l'anteriore artefice e protagonista nella direzionalità delle traiettorie.
Quindi se prima si era abituati a dover gestire e controllare le eventuali perdite di aderenza di un posteriore nervoso, grazie all'erogazione di un motore che girava alto, nel caso della guida dinamica è esattamente l'opposto, il posteriore difficilmente tenderà a perdere aderenza proprio grazie alla regolarità del motore, che in quella determinata condizione di regime non disperderà l'energia con slittamenti e/o perdite di aderenza ma andrà a trasmettere tutta la sua spinta su un anteriore che sarà molto più soggetto a sollecitazioni rispetto a prima, infatti nell'anteriore si noterà un maggior consumo con una minor durata e nel posteriore un minor consumo con una maggior durata.
Concludendo la guida dinamica si contrappone agli antipodi di quella guida forzata, fatta di accelerazioni brucianti e frenate con il posteriore che spazzola, fondando i suoi principi sulla fluidità e la scorrevolezza delle percorrenze, basandosi non sulla forza piuttosto sul perfetto connubio tra moto e pilota.
Buona strada a tutti Bikers !!!
Capitoli precedenti:
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Corso di guida dinamica in moto – parte 1: le basi
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Corso di guida dinamica in moto – parte 2: l’uso della gomma
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Corso di guida dinamica in moto – parte 3: pressioni gomme
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Corso di guida dinamica in moto – parte 4: gestione della velocità, reazioni e riflessi
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Corso di guida dinamica in moto – parte 5: postura e posizione in sella
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Corso di guida dinamica in moto – parte 6: i fondamentali della guida sul bagnato