Dakar 2019 – I costi per partecipare

Riccardo Fanni

Quanto costa partecipare alla Dakar? Vediamo una serie di costi obbligatori e raccomandati, necessari per portare a termine una delle gare più massacranti e selettive del pianeta

Se il vostro sogno è sempre stato quello di partecipare un giorno alla mitica Dakar, il rally-raid in partenza il 7 gennaio 2019, sappiate che iscriversi è un percorso impegnativo che va completato entro il mese di luglio. L’organizzazione rientrerà in Europa a marzo, attraversando l’Atlantico via nave, con costi che non sono propriamente economici e alla portata di tutti.

Il costo dell’iscrizione per le moto è di 15.000 euro, che copre e comprende i diritti sportivi, il trasporto del mezzo via nave, la benzina delle sole prove speciali (quest’anno percorrono altri 2000 km circa di trasferimenti), l’assistenza medica con rimpatrio (se necessario), l’assicurazione per circolare sulle strade pubbliche, le razioni di cibo durante le tappe ed i pasti al bivacco, ed inoltre il noleggio di Iritrack e del gps per poter essere localizzati in tempo reale e lanciare Sos.

All’adempimento di tipo economico va aggiunto un file da inviare all’organizzatore, dove dovete dimostrare di avere doti morali, meriti sportivi e l’esperienza necessaria per potervi partecipare.

Occorre inoltre avere la licenza FMI internazionale ed aver partecipato quanto meno ad un rally nazionale.

Tutto il resto non è compreso. Se non avete idea di cosa voglia dire, facciamo un breve elenco con qualche conto.

Per iniziare, non è compreso il viaggio personale del pilota e dei meccanici con i loro mezzi, i visti dei documenti, il noleggio del telefono satellitare.

Avere a disposizione un camion con una cassa ricambi, due ruote complete, una tenda, dei meccanici da consultare e il cibo per sfamarsi è un costo stimato intorno al valore di 25.000 euro.

Un team ufficiale che ti segue con mezzi officina, mense interne, caravan e tutto quello che necessita costa in media 90.000 euro a pilota, esclusa chiaramente la preparazione della moto.

Alla Dakar partecipano anche tanti amatori, dilettanti e privati che affrontano da sé i costi della partecipazione, pur di vincere questa sfida contro sé stessi e contro la natura.

Sono molte le storie di chi per passione, ha voluto partecipare al rally raid più famoso del mondo giocandosi anche tutti i beni e gli affetti.

Come la curiosa storia dell’inglese Chris Cork, uno sconosciuto musicista di una band punk, che dopo essersi emozionato partecipando al rally Tuareg e folgorato dalle moto, decise di andare alla conquista della Dakar. Non essendo un pilota conosciuto, non trovò nessuno disposto ad elargire dei fondi in suo favore, anche perché nel suo paese di origine l’Inghilterra, la Dakar non è un evento popolare come in Francia.

Cosi, forte del suo sogno e deciso ad andare fino in fondo, nel 2015 dopo aver parlato con la sua compagna e pur avendo due figli di cui uno di tre mesi, decise di vendere la casa ed iscriversi alla gara.

Pieno di eccitazione e finalmente protagonista di una favola dove tutta la gente ti saluta per strada e ti ritrovi a correre su piste incredibili, partì da Buenos Aires.

Buona fu la sua partenza, e cosi fu per altri 3 giorni, ma il quarto giorno un’insidiosa roccia nascosta sotto la sabbia lo fece cadere, cosi finì per essere riportato in patria con un polso rotto e la schiena rotta, ritrovandosi senza soldi e senza casa. Chris dimostrò tenacia e non si arrese.

Sentiva di avere un conto in sospeso con la Dakar, ci riprovò l’anno dopo nel 2016 per una questione di principio e non rendere vano il sacrificio dell’anno prima. Fu meno difficile la seconda volta per lui trovare qualche sponsorizzazione, perché la gente aveva già sentito parlare della sua partecipazione l’anno precedente.

Di nuovo anche nel 2016, fino al quarto giorno tutto andò bene, poi scoppiò uno pneumatico facendogli perdere molto tempo, si ritrovò in fondo al gruppo, trovandosi a correre su una strada dove erano già passati i camion, che resero la via molto difficile da percorrere.

Sopraffatto dalla stanchezza, la sua gara finì con una difficile notte nel deserto dopo essersi perso, finché gli organizzatori non andarono a recuperarlo con l’elicottero, comunicandogli che il suo sogno finiva lì.

Da quel giorno e fino ad ora, Chris Cork ha gestito un B&B insieme alla sua paziente compagna, grazie al prestito concesso dal direttore della banca a cui si rivolse, grande appassionato del rally raid.

Ma la sua storia non finisce qui, perché quest’anno 2019 Chris Cork parteciperà nuovamente alla Dakar dopo aver atteso due anni e mezzo per organizzare di nuovo tutto, trovare i soldi e trovare la moto.

Dal suo profilo Facebook Chris scrive che secondo lui è giunto il momento di abbandonare il limite dei motori 450 per le moto, ritornando al bicilindrico e alle categorie open per i non professionisti. Altrimenti le 30.000 sterline per ottenere il pacchetto completo KTM diventerebbero una sorta di “tassa” obbligatoria per tutti.

Dunque, buona fortuna Chris e buona fortuna a tutti quelli che come lui in futuro penseranno di partecipare alla gara più insidiosa e fantastica del mondo a costo di ogni tipo di sacrificio.

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