MotoGP Qatar 2017: tutti giù dal podio

Gianluca Salina

Cosa è successo, nel GP del Qatar corso a Losail nel week-end, primo appuntamento del mondiale MotoGP 2017. Ok, ha vinto Vinales, secondo Dovizioso e terzo Rossi. Ma gli altri? Non se ne parla quasi mai. Proviamo a farlo noi, a raccontare le gesta di Zarco, dell’Aprilia e di Aleix Espargarò, dei problemi della KTM e di Jorge Lorenzo, oltre che di molto altro.

Abbiamo assistito alla prima gara dell'anno nelle tre categorie del Motomondiale, con il successo, in MotoGP, di Maverick Vinales, che ha preceduto Dovizioso e Rossi. Come sempre o quasi, purtroppo, si finisce di parlare solo di chi occupa il podio, trascurando tutti gli altri attori che concorrono a fare quello spettacolo che tiene gli appassionati davanti alla tv o ai PC/smartphone/tablet.

Se è vero che il secondo è il primo degli sconfitti, cosa dovrebbe dire il quarto, giù dai gradini della gloria talvolta di un soffio? Non è stato questo il caso, con Marquez che è stato della partita fino a metà gara, per poi andare lentamente a spegnersi a causa, come ha lui stesso affermato, di una scelta sbagliata di gomma all'anteriore. Al campione del mondo il piazzamento ha comunque fruttato 13 punti in classifica, ma resta il fatto che i problemi, in HRC-Honda, non sembrano ancora completamente risolti.

A contendere la palma, al numero 93, di chi torna dal Qatar con le pive nel sacco più grandi, ci sono almeno un altro paio di piloti. Il primo è Johann Zarco, che ha deliziato chi ha visto la gara con sei giri a cannone, ivi compreso un sorpasso iniziale fulminante ed ha, dalla sua, tutte le attenuanti del caso, in quanto rookie, ma anche autore di con una condotta di gara che non è per nulla sembrata la classica del girare a vita persa di chi sta costantemente oltre il suo limite. 

Il francese non ha vinto il titolo Moto2 nelle ultime due stagioni grazie all'aver fatto sei al Superenalotto e, esordiente in MotoGP,  ha rischiato di oscurare la stella Vinales, vincitore designato della gara in Qatar già dai primi test invernali. Se Hervé Poncharal ed i suoi sapranno supportare il transalpino in modo adeguato, la Yamaha potrebbe ritrovarsi a fare i conti con l'aver allevato una serpe in seno.

Cambia la moto, ma non cambia il risultato invece, per Andrea Iannone. La Suzuki è in forma. Fino a quando il pilota di Vasto è rimasto in gara ha dimostrato che la GSX-RR non ha nulla da invidiare, Ducati a parte, alle altre moto sul dritto, confermando poi la bontà del progetto 2016 nel guidato. Il problema è però sempre il solito.

La gara del pilota numero 29 è spesso più corta della durata che direzione gara ed organizzatore hanno stabilito. La sua condotta è arrembante, di quelle che fanno saltare sulla sedia per i numeri in pista, ma anche per la curiosità di vedere in quale curva si sdraierà. Se The Maniac intende replicare e migliorare i fasti di Vinales dell'anno scorso, per riportare la 4 cilindri di Hamamatsu dove finora solo Sheene, Lucchinelli, Uncini, Schwanz e Roberts jr. sono riusciti, deve cambiare registro.

Un altro pilota che ha segnato uno zero in classifica è stato Crutchlow. Per il vincitore di Brno e Phillip Island 2016 ci sono state due cadute in un giro e mezzo a Losail, che lo hanno messo fuori gioco. Chi invece in gioco non c'è stato mai è Jorge Lorenzo. Il maiorchino, neo-acquisto Ducati e forse il pilota più atteso insieme a Vinales in questa stagione, ha faticato in prova e non è andato meglio in gara.

Durante la corsa ha stazionato per un po' in top ten, per poi concludere undicesimo nonostante le cadute di almeno tre piloti che si trovavano davanti a lui. Che la Desmosedici non fosse la moto più semplice da guidare lo si sapeva, che lo stile del numero 99 non fosse quello che più si adatta alla V4 bolognese anche. Occorre evitare sentenze e dare un po' di tempo ad uno che non è uno scemo qualsiasi, ma è tra i pochi ad avere cinque titoli mondiali in bacheca. Non sarà facile comunque, ed il rischio di un matrimonio problematico in stile Valentino Rossi, tra lui e Borgo Panigale, c'è.

Ultima nota negativa, ma anche qui con un bel po' di attenuanti, è per la KTM. La RC16 era alla sua seconda gara, dopo la wild-card di Mika Kallio a fine 2016 e chi pretendeva di vederla lottare da subito per le posizioni di vertice ha probabilmente sbagliato dimensione. Di buono, per gli uomini in arancio, c'è l'aver portato entrambe le moto al traguardo. Certo, i distacchi sono pesanti, ma la MotoGP non è una scherzo, anche per la casa di Mattighofen che, dal canto suo, non è l'ultima arrivata. per informazioni, citofonare Aprilia.

Già, la casa di Noale, impegnatasi nuovamente nella massima serie motociclistica nel 2015, ha indubbiamente faticato, recuperando poco per volta parte del gap che la separava dalle migliori, A Losail ha per un attimo accarezzato il sogno di vedere Aleix Espargaro al quinto posto, posizione occupata dal pilota spagnolo nel 16° e 17° giro, restituita poi a Pedrosa, per finire sesto a meno di 8 secondi dal vincitore. E' presto per dire che la Aprilia è tornata, ma di certo la squadra veneta è decisamente messa meglio rispetto all'anno scorso, quando i secondi al traguardo presi da chi vinse furono quasi 42.

L'ultima nota positiva è invece per l'altro rookie della MotoGP 2017, Jonas Folger, anch'egli, come Zarco, nella squadra Yamaha Tech3. Il già citato Poncharal ha fatto le pulizie d'autunno, al termine della stagione scorsa, scommettendo su due giovani provenienti dalla Moto2. Il tedesco non è stato protagonista dell'exploit del team mate, ma ha portato la M1 che parla francese al decimo posto finale e si è messo in tasca sei punti, che proprio male non fanno. Per tutti gli altri, ovviamente primi tre esclusi, un senza infamia e senza lode che fa contenti tutti, anzi nessuno. Se ne riparla in Argentina. Adios! 🙂

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