Come le case madri si difendono dal Coronavirus

Valerio Garagiola

Inutile girarci attorno: il Coronavirus ha messo in ginocchio il motociclismo, non solo quello italiano. Chi ha messo da parte i risparmi per comprare la moto dei propri sogni, dovrà aspettare ancora del tempo prima di poterla effettivamente utilizzarla. Chi invece ha da poco acquistato la moto, dato l'attuale lockdown, ha qualche speranza di ricevere qualche rassicurazione dalla propria casa madre?

Partiamo da Kawasaki, la quale ha esteso in  in automatico ogni copertura di garanzia in corso di validità (o scaduta dal 1 marzo ad oggi) per un periodo pari alla durata dell'attuale emergenza sanitaria. Un atto "di cuore", senza postille con asterischi.
Sulla stessa lunghezza d'onda Yamaha, che ha deciso di estendere di tre mesi tutte le garanzie di fabbrica e le garanzie estese ufficiali che sono scadute o scadranno tra il 1 marzo e 31 maggio 2020.
Anche BMW è sta recettiva ed ha prorogato di 90 giorni la scadenza della garanzia contrattuale attiva su tutta la gamma.

Suzuki ha esteso tutte le garanzie ufficiali scadute nel periodo di lockdown fino al mese successivo alla rimozione delle limitazioni alla circolazione, a condizione che vengano effettuate le le manutenzioni  entro un mese. I concessionari rimangono a disposizione degli utenti per fissare appuntamenti post-lockdown; inoltre, chi volesse acquistare un modello Suzuki può farlo attraverso la campagna online Suzuki Smart Buy, che permette di prenotare da casa e acquistare a condizioni vantaggiose.

Da parte di Honda, primo costruttore mondiale di motocicli, nessun comunicato stampa o iniziativa verso i clienti, a differenza delle altre case costruttrici giapponesi.

La situazione probabilmente più difficile è stata vissuta dalle nostre aziende costruttrici (Gruppo Piaggio e Ducati in primis) che hanno sospeso la produzione, in attesa di nuove direttive. Da loro, così come da altri brand di dimensioni più contenute, non ci sono stati comunicati stampa o campagne per fidelizzare il cliente finale.

La situazione attuale segnerà moltissimo il settore produttivo interno: da una parte nessuna vendita, dall'altra magazzini pieni di moto invendute e linee produttive ferme. Di riflesso, anche le aziende specializzate in componentistica aftermarket hanno incassi rasenti lo zero.

Se il 2020 sarà ricordato come l'anno "nero" per case madri e concessionari, gli anni a venire potranno essere fondamentali per la tenuta dell'intero settore dal punto di vista industriale.

 

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