Baltic Tour 2019 – On the road in solitaria – L’idea, l’organizzazione e la preparazione

Riccardo Fanni

Baltic Tour 2019. Il mio viaggio per le repubbliche baltiche in solitaria, come l’ho pensato, organizzato e preparato nei dettagli. 20 giorni attraverso 7 paesi e 7.000 km in totale

Un paio d’anni fa, esplorando virtualmente il Nord Europa con Google Street View e fantasticando sui tre Paesi baltici che nel ‘91 si separarono dalla vecchia Unione Sovietica, ipotizzavo, viaggiando un po’con la fantasia, su un possibile tour da organizzare per esplorare questi luoghi a me sconosciuti.

Mi chiamo Riccardo Fanni, alias Ricky The Road, e questo è il mio viaggio nei paesi baltici, col mio fidato KTM 1190 Adventure. Un motociclista semplice, proprio come voi, che affronta un viaggio indimenticabile e dai sapori unici.

Riflettevo, guardando la mappa geografica, che molti km ci separano da Lituania, Lettonia ed Estonia, passando prima dalla Germania e poi attraversando tutta la Polonia, dove sostanzialmente non vi è nulla di rilevante che valga la pena di essere guidato, per un motociclista. Ad un primo sguardo superficiale sembra essere cosi, se non fosse per la vasta scelta di città e capitali che separano l’Italia dal Mar Baltico.

Ma se si unisce il fascino che questa parte di oceano Atlantico, quasi chiuso, esercitava su di me, e la sommiamo ai racconti di viaggio di mio zio quando ero piccolo, che con la sua barca a vela lo navigò tutto negli anni ’90, viene fuori un carburante perfetto per spingermi ad intraprendere un tour avventuroso verso quei luoghi, mixando un caleidoscopio di fugaci visite culturali alle città, un tuffo nel poco conosciuto Mar Baltico, e decine, se non centinaia, di km passati su strade agresti tra foreste e paesaggi boschivi.

Fin qui la fantasia. Nel frattempo, mentre questa idea sedimentava nel tempo dentro la mia mente, le ruote della mia moto hanno calpestato le strade assolate ed aride del continente africano in Tunisia e Marocco, nonché viaggiato da nord a sud alla scoperta del nostro bel Paese. Finché un giorno, decisi di riprendere in mano quella che avevo accantonato come una fantasia, per cercare di pianificarla e portarla da sogno a realtà.

Nei primi mesi di luglio di quest’anno, decido di riprendere l’idea e dare un occhio ad alcuni appunti che mi ero salvato, confrontandoli con mappe, consigli di siti turistici e tutto ciò che poteva essermi d’aiuto nel costruire un bel tour in solitaria. Perché un viaggio da soli con la propria moto è un viaggio che ti porta ad avere una simbiosi che solo chi è centauro può comprendere.

Secondo la mia idea, il viaggio sarebbe stato una via di mezzo tra un tour culturale, rivolto alla visita delle numerose città, esplorativo su strade poco frequentate da motociclisti e panoramico, laddove i boschi rappresentano l’infinito, cosi come l’infinito lo rappresenta il deserto che caratterizza la parte di Africa che ho visitato in passato.

Questi sono gli ingredienti, che sapientemente mescolati, mi avrebbero portato a partire dall’Italia alla volta dell’Austria, della Germania, della Polonia, e delle Repubbliche baltiche, tornando più o meno dalla stessa strada e passando per la costa polacca sul baltico, Sopot, Lipsia e Berlino.

Spesso noi motociclisti quando organizziamo un viaggio siamo combattuti tra il vivere appieno un’avventura on the road, senza prenotare nulla, liberi di vivere alla giornata, ed il pianificare puntualmente il viaggio prenotando in anticipo ogni singolo hotel.

Onestamente, avendo provato entrambe le cose, oramai preferisco organizzarmi gli alloggi prima, per svariati motivi logistici, tra cui lo scegliere una sistemazione che abbia un garage dove mettere al sicuro la moto durante le ore notturne.

Quali sono i vantaggi del pianificare soprattutto questo tipo di viaggio? Innanzitutto, non si deve girare come una trottola dopo magari 6-8 ore di moto per cercare un alloggio, dove, in quelle condizioni di stanchezza, il viaggiatore si ritrova a dormire dove capita senza nessuna voglia di verificare il rapporto qualità-prezzo. Senza contare che poi, soprattutto nei paesi del nord Europa, il meteo non è dei migliori, che tradotto concretamente significa rischiare di passare una giornata in viaggio sotto la piaggia, per poi ritrovarsi al tramonto a dover cercare una sistemazione, bagnato e stanco.

La possibilità di scelta che ognuno di noi ha, nelle disponibilità di siti come Booking.it, è molto più ampia rispetto a quella che una persona avrebbe in strada, stando anche con un occhio vigile sul discorso economico: potendo scegliere prima decine di soluzioni, per esperienza, ho constatato che si risparmia (e non poco), oltre che trovare caratteristiche particolari che solo l’ampia scelta ti permette di avere.

Per quanto riguarda invece il vero e proprio tour, cerco di costruirmi un percorso che mi permetta, per quanto possibile, di passare velocemente senza perdita di tempo attraverso le migliaia di km di strada piatta e noiosa, e dedicare più tempo alle zone meritevoli sia paesaggisticamente, che motociclisticamente.

Una sera di luglio, mentre pensavo all’organizzazione del mio tour, ricevo una telefonata dal mio amico d’ infanzia Nicola, che mi invita a trascorrere qualche giorno insieme a lui nella sua casa a Danta nel Cadore, nel bel mezzo delle Dolomiti. Un’occasione da non perdere che mi sprona ad attivarmi più velocemente nell’organizzazione, per non perdermi qualche giorno insieme a lui all’insegna dei vecchi tempi, delle mangiate e delle bevute in compagnia. Modifico pertanto le date di inizio del mio tour affinché coincidano con le date dell’invito, in fondo per iniziare il mio tour sarei passato, all’incirca, anche in quelle zone.

Parto nell’organizzazione visionando Google Street View, individuando dei percorsi tra la partenza e le destinazioni che passino per laghi, boschi, luoghi interessanti da visitare, o per lo meno, curve stradali per quanto il paesaggio sia sostanzialmente piatto, solo per divertirmi un po’ con la moto. Per completare la ricognizione, interrogo i siti di guide turistiche per capire quali sono i posti più meritevoli da vedere per ogni zona, mantenendo una media giornaliera di 4-500 km se fuori autostrada, e 5-600 km se una tappa di trasferta dritta.

Il tragitto è stato pensato ed organizzato tenendo conto anche dei tempi latenti, per avere disponibilità anche nel caso dovessi incappare in blocchi stradali (già successo più di una volta), maltempo e ritardi vari. Il mio target organizzativo quindi, punta su una giornata da 6/8 ore di guida, con un’ora di pausa pranzo, partendo alle 8.00 circa di mattina ed arrivando verso le 15.00/17.00 alla tappa prefissata nella giornata.

Questo mi permette di avere circa due o tre ore di tempo per visitare la città a piedi, puntando principalmente sul centro storico, con una passeggiata in cui, magari non riesci ad approfondire tutto, ma ti fai un’idea globale della città.

Dopo aver consultato tutte le fonti disponibili convengo che il tour quindi sarà grossomodo organizzato come segue: i primi cinque giorni, dopo l’ospitata dal mio amico, saranno dedicati al raggiungimento di Riga, passando per diverse città e visitandole nella seconda metà del pomeriggio. Poi inizierò a fermarmi più di una notte in un solo luogo, prendendolo come punto di partenza e riferimento logistico, per poter visitare bene i tre paesi baltici e l’isola di Saaremaa. Tallin rappresenterà il punto più a nord dell’intero giro e, da lì, inizierò a scendere verso la costa polacca, Sopot, dove mi fermerò per due giorni. Gli ultimi tre giorni saranno di rientro veloce.

L’obiettivo? Visita delle città, guida in strade secondarie, paesaggi e natura all’infinito, relax in posti poco frequentati, cene e pranzi tipici per assaggiare la cucina del posto e, soprattutto, esplorazione di luoghi mai visti prima.

Il mio fedele cavallo di ferro sarà sempre lui, il KTM 1190 Adventure, che negli anni ho sistemato a dovere secondo le mie esigenze. A dire la verità, mi mancherebbero ancora i faretti supplementari, questa è una spesa che affronterò forse in seguito; non ne ho mai sentito la reale necessità, più che altro sarebbe una sicurezza in più, nel momento in cui dovessi incappare nel buio per un clamoroso ritardo sulla tabella di marcia.

Come pneumatici nuovi, dati i circa 7.000 km previsti dal mio roadbook, la scelta ricade sulle ormai collaudatissime Dunlop Trailsmart Max, successori delle Trailsmart, che ho avuto il piacere di montare in passato per ben due volte e che mi hanno sempre impressionato per la loro precisione e tenuta. Non è una gomma semplice, presenta una carcassa abbastanza rigida che restituisce ogni singola asperità al manubrio, e l’anteriore ha una certa tendenza al raddrizzamento in frenata, durante la piega, ma sul bagnato mi hanno dato in passato un buon feeling, e dati i possibili km sotto l’acqua che prevedo, mi sembrano la scelta più congrua.

Per la sicurezza in viaggio, non dimentico in ordine sparso:

  • kit forature con mastice “liquirizia” e bombolette
  • Starter kit nel caso dovessi scoprire una mattina la batteria a terra
  • kit Pronto soccorso (obbligatorio in Austria ad esempio)
  • attrezzi della moto con alcune brugole varie personali
  • elastici vari
  • nastro americano
  • accendino
  • fascette varie
  • bomboletta chain lube da 100ml (piccola ma sufficiente per 2/3 applicazioni)

Il discorso bagaglio è complesso e molto soggettivo. Dati i circa venti giorni che prevedo di viaggiare fuori casa, considero che dovrò per forza di cose lavare dell’intimo durante il viaggio, possibilmente organizzandomi di farlo nei giorni in cui mi fermo per più notti. Quindi provvedo a sistemare il mio solito ed ormai collaudato set di vestiti da viaggio, che, grossomodo, posso riassumere cosi (escluso abbigliamento da moto):

  • 4/5 cambi di intimo
  • Un jeans lungo ed uno corto
  • Un comodo pile
  • Un giubbotto per camminare in giro
  • 2/3 camicie a maniche corte per girare in città
  • 3/4 magliette tuttofare
  • Un giubbino smanicato per mezze temperature
  • Un paio di scarpe da ginnastica in Goretex (ho impiegato molto tempo a trovare una calzatura che sia comoda per camminare, abbastanza leggera e traspirante, dall’estetica non troppo sportiva e, soprattutto, impermeabile, nel caso di camminate sotto l’acqua)
  • Ciabatte
  • Set beauty case
  • Set di medicine varie (molto importanti, secondo me, antibiotici, antidolorifici, medicine per il malessere di stomaco ed intestino, colliri)
  • Uno zainetto leggero

Per questo viaggio prevedo di potermi cucinare spesso in autonomia, e questo incide positivamente sul budget del viaggio, poiché la spesa delle cene per ben venti giorni sarebbe rilevante nell’economia generale, e portarsi una dispensa quanto più fornita possibile credo sia la soluzione più pratica ed economica. E quindi:

  • Zuppe e risotti liofilizzati
  • 1 kg di spaghetti
  • Scatolame vario tra tonno, carne in scatola, mais, sughi pronti ecc
  • Un set di posate da campeggio e straccio da cucina
  • Qualche mela (frutto che dura giorni a temperatura ambiente)
  • ….

La moto non è un’auto, il bagaglio va sistemato con cura e, soprattutto, ricorda sempre la sua presenza durante la guida. Negli anni ho viaggiato sia con le valigie laterali, sia con un borsone a rullo posizionato dietro la schiena ed ogni soluzione presenta pro e contro.

Con le borse laterali, l’ergonomia della moto non ne risente, esteticamente sono molto in linea ed il baricentro rimane abbastanza basso e contenuto. Di contro, il peso è notevole (a mio giudizio pesa più la valigia stessa del suo contenuto…) e l’ingombro laterale importante.

Col sacco a rullo, il baricentro si alza, è pesante da spostare a mano ogni volta e non hai le cose sotto-chiave. Ma ha il vantaggio che mi serve anche come poggia-schiena, durante le lunghe traversate autostradali, non ingombra lateralmente ed anche il consumo di benzina ne trae vantaggio, in quanto ho calcolato circa 17km/l con le laterali, negli anni, contro un 20km/l circa della borsa dietro la schiena.

Opto quindi per questa soluzione, col mio fidato borsone da 60 litri Voyager, ovviamente in color arancione KTM, giusto per tenere d’occhio anche l’estetica; completano il set il bauletto posteriore KTM (dove alloggerò kit attrezzi e cambusa), e una borsa da serbatoio tanklock (dove metterò un K-way antipioggia, una bottiglietta d’acqua, di giorno in giorno il pranzo al sacco, guanti impermeabili, navigatore ed oggetti vari).

Les jeux sont faits, non resta che preparare tutto ed aspettare impaziente il giorno della partenza.

Nelle serate precedenti finalizzo l’itinerario, gli alloggi da prenotare e le informazioni utili da portarsi dietro (come i numeri utili dell’assicurazione in caso di guasti, numeri di emergenza, info sugli Stati, ecc ).

Manca poco alla partenza e come al solito un misto di entusiasmo, eccitazione e timore si insinua nei miei pensieri la sera, prima di addormentarmi.

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