Russia in moto 2023 – ep. 1: il pre-partenza

Gianluca Salina

Appunti del viaggio in moto in Russia fatto nell’estate di quest’anno. In questo primo articolo come è nata l’idea, la preparazione, i documenti, i bagagli e la partenza.

Un viaggio in moto in Russia nel 2023? Ma c'è la guerra! Vuoi morire? Là fanno la fame, non hanno niente, ecc ecc ecc. Luoghi comuni? Verità? Dei primi ho imparato a dubitare quando, anni ed anni fa, ho messo per la prima volta piede a Berlino, fiondandomi nel museo della ex-DDR per vedere se era vero tutto ciò che avevo sentito dire da bambino e ragazzino. Da quel momento ho sviluppato una natura "santommasiana" che mi accompagna ancora oggi.

Così, dopo aver scorrazzato in lungo ed in largo per l'Europa, dopo aver messo le ruote in Turchia asiatica, in Marocco ed in Islanda, era inevitabile che, prima o poi, frullasse nella mia mente il pensiero di andare a scoprire la Russia con gli occhi del motociclista. Si, ma… proprio quest'anno? Veramente no, perché l'idea è nata parecchio tempo fa, per definirsi nell'estate del 2021, quando la questione Ucraina era probabilmente e soltanto oggetto di discussione tra esperti di geopolitica e di strategia militare.

Ci trovavamo nei Westfjords islandesi e, come ormai da tradizione, nel punto più lontano da casa si decide la destinazione del prossimo viaggio, il cui canovaccio è già pronto nel PC. A finire nel mirino, la nazione degli zar. Le vicende dei primi mesi dell'anno scorso consigliarono di rimandare al 2023 anche se, di fatto, gli ingressi turistici sono stati nuovamente rilasciati a partire dal 15 luglio 2022. Questo surplus di tempo ha permesso di raccogliere ulteriori informazioni ed allargare la rete di contatti in loco, fino ad arrivare all'ok definitivo.

Perché si fa un viaggio del genere? Premesso che si sta parlando, geograficamente, di Europa e che pertanto non ci sia nulla di particolarmente trascendentale come potrebbe essere l'andare in Patagonia piuttosto che in Nepal (altri due itinerari nel cassetto, pronti ad essere tirati fuori, ma questa è un'altra storia), la domanda va posta in generale: perché si fa un viaggio?

La certezza, almeno a livello personale, è che il fine non sia semplicemente il mettere la bandierina su una cartina fisica o virtuale che sia e/o per poter dire "ci sono stato", quanto piuttosto la volontà, o meglio, la curiosità di entrare in contatto con persone e culture nuove e diverse dalle proprie, in soldoni, di ampliare gli orizzonti, di imparare. Nel mondo ci sono oltre 200 Stati, magari non tutti raggiungibili o "praticabili" in moto, ma comunque non c'è che l'imbarazzo della scelta. Lo scopo del raccontarlo invece, è cercare di rendere replicabile il viaggio da parte di chiunque.

Tornando a noi, la "logistica" ufficiale è scattata ad inizio 2023, con la definizione dei dettagli dell'itinerario, il disbrigo delle varie pratiche burocratiche (richiesta di visto turistico, invito, ecc, step necessari per poter entrare in Russia) ed il continuo monitoraggio della situazione in quelle zone. Ricevuti i documenti utili, si è passati alla preparazione dei bagagli.

L'immagine è "di repertorio", di un anno fa, ma rende bene l'idea.

Questi, opportunamente compressi in sacchetti sottovuoto (IKEA), hanno trovato posto, con una densità pari a quella della materia al tempo del Big Bang, prima di tutto, in un bauletto Kappa da 52 litri che, per l'occasione, ha sostituito l'originale Vario BMW (che di litri lui, misero e tapino, ne contiene solo 35). Ad esso si sono accompagnate le valigie laterali (sempre le Vario originali BMW), una borsa impermeabile da 30 litri da accatastare sul bauletto previa richiesta di condono edilizio e, infine, in una borsa serbatoio SW-Motech, ovviamente espandibile, della capacità di 20 litri, per un totale di circa 170 litri, praticamente un batiscafo… 

Tanto? Poco? Non fatevi mai, questa domanda! E' sempre poco ovviamente, specie considerando che si era preventivato di stare via tre mes… ah no… erano tre settimane! Maaa… i bagagli, chi erano costoro? Abbigliamento in primis. Dalle magliette in microfibra, da usare sia in viaggio che per muoversi extra-moto, ai pantaloni in tessuto tecnico, sempre per l'uso turistico, tutti capi in grado di essere lavati ed asciugare in una notte, cosa utile per ridurre quantità e peso da portarsi appresso.

Immancabile qualcosa di più pesante, sempre di tipo tecnico, ma senza esagerare, viste le latitudini non così elevate come in altri viaggi. Poi un paio di sneakers a testa (non essendo previste escursioni in montagna o trekking che richiedessero qualcosa in più), i k-way, un kit di pentole+posate+bicchieri by Decathlon, prodotti per l'igiene personale, ciabatte, tute antipioggia ed un paio di colli e sottocaschi di ricambio.

In un viaggio può capitare di dover fare della piccola manutenzione e/o delle regolazioni. E' quindi importante avere un set di chiavi ed attrezzi per eventuali riparazioni di piccola entità, oltre al necessario per pulire la catena (petrolio bianco, spazzolino, un paio di stracci e la chiave per smontare il carter pignone), una bomboletta di lubrificante, il Tomtom Rider, un portacellulare Givi, caricabatteria e cavetteria varia per i cellulari (quattro, due personali ed altrettanti muletti che ospiteranno le SIM russe).

E per le foto? Niente reflex. Ebbene sì, dopo anni ed anni di presenza instancabile, le fedeli Canon EOS sono rimaste a casa, sostituite dai cellulari e da una compatta, rimasta praticamente inutilizzata. Scelta giusta? Con il senno di poi no, ma cause di forza maggiore (ebbene sì, mancanza di spazio) hanno deciso altrimenti. Documenti, vestiario, scarpe accessori vari, kit per manutenzione moto, gatto… come gatto?

Ah sì, dimenticavo… nel nostro caso c'è una difficoltà aggiuntiva nel preparare i bagagli, quella di dover comporre il ripieno di borse e valigie dovendo "estrarre" ripetutamente e sistematicamente Monkey da dentro qualsiasi cosa abbia la forma di una scatola. Superata anche questa estenuante prova dovremmo aver finito. Macchè, fermi tutti… manca il cibo!

Ma come il cibo? Ti porti da mangiare da casa? No, non pensate alle classiche provviste della nonna, per la quale si è sempre magri/patiti/rachitici/denutriti ecc. Alessandra è celiaca, quindi le sue esigenze alimentari hanno a che fare con la salute e non con le mode, ergo occorre essere rigorosi. Inoltre, nelle varie nazioni ci sono sensibilità diverse, a riguardo di queste problematiche, e non sempre le informazioni raccolte a distanza sono attendibili. Pertanto l'imperativo è partire da casa con una piccola (?!?) scorta di cibo che consenta di non essere preda di fame e stenti.

Questo si traduce in un 15-20% dello spazio complessivo a disposizione dedicato ad un po' di scatolame, qualche pacchetto di pasta, cracker ed ammennicoli vari, il tutto rigorosamente gluten-free. Nulla di diverso, in sostanza, da quello che fa un qualunque motoviaggiatore, visto che qualche razione d'emergenza di cibo la si ha sempre, al seguito. Nel nostro caso è solo appartenente ad una specifica tipologia.

Pronti, via? Quasi. La settimana prima della partenza alla moto, una BMW F700GS, alias la globetrotter di casa, ho fatto un tagliando (banalmente olio, filtri ed una verifica generale) ed un cambio gomme. Per quest'ultimo aspetto ho scelto delle Metzeler Tourance, certamente non il prodotto più recente sul mercato, ma un compromesso (ampiamente collaudato in passato) per poter affrontare tutti i tipi di terreno incontrabili in un viaggio in due. Messa in archivio anche quest'ultima formalità, ci siamo ritrovati al 30 luglio. Moto caricata la sera prima, sveglia alle 5.30 ed, in sella alle 6.30, per non essere inceneriti da subito dal caldo di quei giorni.

Ho una mia teoria, la quale dice che se devo andare in una zona molto lontana da dove mi trovo, non devo pensare troppo a fare il turista nei punti intermedi. Questo perché se, nella fattispecie, dovendo andare in Russia, mi fermassi 3 giorni in Austria, altrettanti in Rep. Ceca e lo stesso facessi in Polonia, Lituania, Lettonia ed Estonia, arriverei al confine russo e dovrei tornare indietro. Il principio è quindi di fare del turismo rapido nelle varie tappe, "esplorando" quando possibile i dintorni della location del pernottamento, ma senza sottrarre tempo al viaggio.

Sì, è l'espressione più intelligente che mi è venuta. Figuratevi le altre…

L'altra teoria, che non è solo mia, presuppone che in moto si eviti come la peste l'autostrada. A questo punto si leverà probabilmente un coro di applausi… con gente che si strappa i capelli ed urla "Lui è uno di noi… la pallostrada, che seccatura… i veri motociclisti in autostrada non ci vanno…". Ehm… no, o meglio sì, mi auguro di essere uno di voi ma, se si devono percorrere migliaia di km, purtroppo è l'unico modo per fare (molta) strada in poco tempo, ergo ci siamo infilati in autostrada.

Ah sì, lo so, le foto sono poche e quelle in interni sono anche di infima qualità, ma vedrete che si cambierà marcia già dalla prossima "puntata" (il link è qui sotto), promesso. wink

Russia in moto 2023 – parte 2: Austria e Rep. Ceca

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