Superbike, Rea in Yamaha: perché la cura potrebbe essere come il male, se non peggio?

Gianluca Salina

Jonathan Rea ha lasciato la Kawasaki per salire sulla Yamaha, che ha sostanzialmente pregi e difetti simili a quelli della moto che sta attualmente guidando.

Non ce ne vogliano Kawasaki e Yamaha per il paragone abbastanza caustico del titolo. Per "male" e "cura" ci si riferisce ovviamente a motivazioni ed aspirazioni che hanno spinto Jonathan Rea ad un clamoroso cambio di casacca che si perfezionerà a fine della stagione attualmente in corso.

Da un lato Kawasaki e la sua ZX-10RR, che perderanno ben più di qualcosa, dal momento che un altro "cannibale" non c'è e, senza nulla togliere ai vari Bassani, Locatelli e Redding (alias i più papabili a sostituirlo), il 2024 si annuncia in salita ben prima di iniziare. La Ninja porta in dote un buon equilibrio generale, ma anche un deficit importante a livello di motore rispetto alla Ducati Panigale V4R, oggi il riferimento per prestazioni in SBK.

Da questa moto il pilota di Ballymena è l'unico a tirare fuori tutto il potenziale, sfruttando il suo enorme talento, con il compagno di team Lowes ed ancor più i piloti dei team privati parecchio lontani. Nel corso degli anni, con l'accentuarsi della mancanza di competitività della moto, il numero 65 ha modificato il suo stile di guida.

E' infatti passato dall'essere un pilota che faceva della rotondità e "gentilezza" di guida la sua caratteristica peculiare, ad aumentare la profondità delle sue staccate, anche se non ha raggiunto l'intensità di Razgatlioglu in questo fondamentale, pur mantenendo la proverbiale scorrevolezza in curva.

Ed è proprio su questo aspetto che nasce lo spunto per collegarsi a quello che sarà il futuro del sei volte campione del mondo. La moto che troverà, vale a dire la R1M, vanta oggi probabilmente il miglior equilibrio del circus, ma soffre anch'essa di un importante deficit di cavalleria nei confronti della V4 bolognese.

E' anzi parecchie volte di qualche km/h più lenta anche della ZX-10RR, cosa che potrebbe far riproporre, a Rea, il triste scenario che lo vede essere brutalmente sverniciato sul dritto dalle moto bolognesi. In più, come detto prima, il numero 65 ha una bella staccata, ma non al livello di quella di Razga, per cui potrebbe doversi trovare a estremizzare ulteriormente il suo stile di guida, rinunciando ad aspetti in cui oggi resta comunque un riferimento.

Notizie da Iwata non ne sono finora trapelate ma, secondo alcune indiscrezioni vicine alla casa dei tre diapason, la nuova R1 non arriverà questo autunno. Ciò significa che la moto che Rea guiderà nel 2024 sarà sostanzialmente quella oggi portata in gara dal turco, fatti salvi gli aggiornamenti che potrà ricevere nell'inverno, ma che non ne potranno stravolgere caratteristiche e performance. Sarà davvero così o c'è qualche grossa novità in arrivo da Iwata nel prossimo futuro?

Senza ovviamente mancare di fiducia al colosso di Iwata, la stessa domanda che ci si poneva, nell'estate dell'anno scorso, all'indomani della firma di Rea su un biennale con Kawasaki, torna anche oggi: che tipo di promesse a livello tecnico ha fatto Yamaha, al sei volte campione del mondo SBK? Ai posteri, o meglio a noi tra un anno, l'ardua sentenza.

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