E' stata la regina di EICMA 2017. Annunciata da tempo ed attesa da ancora di più, la Panigale V4 (questo il test di Casey Stoner) rappresenta, per Ducati, lo stato dell'arte di una moto supersportiva, oltre che una pietra miliare nella storia del marchio che abbandona, almeno per il suo modello top di gamma, l'iconica configurazione bicilindrica, per passare al V4, conservando, almeno secondo le parole dell'A.D. dell'azienda, Claudio Domenicali, il V2 per le medie ad alte prestazioni del brand bolognese.
La nuova nata a Borgo Panigale non è però l'unica supersportiva dotata di questa architettura, dal momento che anche Aprilia, con la sua RSV4, dispone di un motore a 4 cilindri a V. Ma c'è un'altra moto che appartiene a questo ridottissimo elenco, la Honda RC213V-S e, anche se non è più a listino (ne è uscita nel 2016), è sufficientenmente recente, ma soprattutto esotica, per essere messa a confronto con l'ultima creazione di Ducati.
A mettere una di fronte all'altra queste due moto, che in comune hanno contenuti tecnici e potenze da capogiro, ma finalità profondamente differenti (l'italiana è una raffinata moto di serie dal costo massimo inferiore ai 40 mila €, la giapponese una realizzazione per collezionisti che di Euro, all'epoca, ne costava 200 mila), ci hanno pensato i colleghi giapponesi di Young Machine.
Non è però stato uno scontro diretto, in quanto si sono comparati i risultati sul giro ottenuti nel circuito di Valencia in due momenti differenti, pertanto i numeri vanno presi con le molle, come sempre si dovrebbe fare in condizioni di temperatura, umidità, pressione ed altro ancora potenzialmente diversi. Il Ricardo Tormo è stato, tra l'altro, il tracciato dove è avvenuta la presentazione stampa proprio della Panigale V4.
Da un lato la Honda RC213V-S in configurazione kit, vale a dire dotata della componentistica HRC realizzata per incrementare la potenza dai 159 cavalli del modello omologato per la circolazione stradale, ai 215 cv della configurazione race-track. Dall'altra la V4 di Ducati in versione S, dotata di un kit specialistico(probabilmente quello utilizzato sulla Speciale).
Al netto di queste considerazioni, il responso del cronometro e, più in generale, dei numeri, è stata una vittoria di misura per la Honda, capace di girare in 1'46.073, raggiungendo una punta massima di 281,52 km/h, contro l'1'47.954 della rossa bolognese, in grado di arrivare a 277.61 km/h. Numeri molto simili dunque, che si avvicinano ulteriormente se la V4 di Borgo Panigale viene equipaggiata con il kit di cui sopra.
In questo caso il divario nel tempo sul giro scende da 1"881 a 1"008, mentre la velocità massima cresce fino a 281.87 km/h, superando così la punta ottenuta dalla supersportiva giapponese. Fino a qui i numeri e le considerazioni che questi si portano dietro. A ciò si deve aggiungere la valutazione da fare sul fatto che il tempo ottenuto da Alessandro Valia sulla Panigale V4 a Valencia (1'36.84) è stato di 10 secondi inferiore rispetto a quello del tester di Young Machine, pertanto i risultati ottenuti vanno pressi tutto sommato con le molle.
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Picture by Young Machine