Due giorni intensi, quelli di ieri ed oggi, per il test factory team MotoGP di Yamaha, impegnato sulla pista di Valencia con due moto, delle M1 laboratorio che, sotto alle carene, celano una fondamentale novità. Si tratta del motore V4 made in Iwata, chiesto a gran voce e da tempo da parte dei piloti della casa giapponese, è finalmente divenuto realtà. Atteso già a fine 2024, dopo uno shakedown sul circuito di Sepang, approda nel Vecchio Continente per proseguire lo sviluppo sulla moto.
Due piloti, Augusto Fernandez e Cal Crutchlow, per due differenti moto. La prima è la 1000 cc che, nella più ottimistica delle ipotesi, se dovesse risultare migliore dell'attuale M1 con motore in linea che corre nel mondiale, potrebbe fare il suo esordio come wild card nel finale di stagione. Più probabilmente però, sempre fatta salva la competitività del prototipo di Yamaha, esordirà nel corso del campionato 2026, che sarà anche l'ultimo per le unità da 1 litro di cubatura.
A partire dal 2027 infatti, si giocheranno il titolo le 850 cc e qui entra in ballo la seconda moto-laboratorio che ieri ed oggi è impegnata sul circuito Ricardo Tormo. Si tratta infatti della Yamaha V4 850, il cui compito è accumulare km e dati in vista di uno sviluppo a più lungo termine (anche se nemmeno troppo) in una sessione di test privati in "coabitazione" con Honda e che rappresenta certamente la prima di una lunga serie, in vista della delibera della moto.
Dopo una inevitabilmente limitata possibilità di azione sull'attuale motore portato in gara dalla M1 operata l'anno scorso, entra così nel vivo la collaborazione tra la casa di Iwata e la Marmotors, l'azienda di Luca Marmorini, ex-Ferrari e che, di recente, ha lavorato con Aprilia, collaborando alla realizzazione del motore della RS GP. Il test in corso a Valencia sarebbe dovuto essere svolto da Andrea Dovizioso, impossibilitato però a farlo a causa di un incidente domestico.
Al momento bocche cucite, in casa Yamaha, sia per quanto riguarda l'attuale livello di sviluppo raggiunto dalle due moto, sia per quanto concerne i tempi ottenuti. I transponder infatti, sono rimasti spenti o comunque i loro rilevamenti sono rimasti confinati all'interno dei box, ma di certo la prestazione sul giro non è tra le priorità di Yamaha a questo punto dello sviluppo.
Fonte: PaddockGP