Dainese, allarme rosso: ipotesi cessione ai creditori

Redazione

Il marchio vicentino ha chiuso l’ultimo esercizio con 120 milioni di Euro di perdite, il triplo rispetto all’anno precedente. L’attuale proprietà, il fondo Carlyle, sta valutando la cessione per assicurare un futuro all’azienda.

La storica azienda, fondata da Lino Dainese nel 1972 non se la sta passando troppo bene. Il marchio vicentino ha infatti chiuso l'ultimo esercizio con 120 milioni di Euro di perdite, un valore triplicato rispetto all'anno precedente. Il fondo che la amministra, Carlyle, di recente è già dovuto intervenire con una iniezione di capitale di 15 milioni di Euro per tamponare la situazione, che però non sembra essere migliorata.

L'attuale proprietà, che ha rilevato Dainese nel 2022 per 630 milioni di Euro, ha avuto a che fare con la svalutazione dell’avviamento, ma anche con il calo della domanda da parte di mercati strategici per l'azienda, come la Cina. Hanno poi pesato ulteriormente sui conti la pandemia, che ha causato un aumento delle eccedenze, l'inflazione e gli alti tassi d’interesse, tutti fattori che hanno portatto alla condizione attuale.

Al momento Carlyle ha avviato una trattativa con i fondi creditori Arcmont Asset Management e Hps Investment Partners, rispettivamente britannico e statunitense, che avevano già investito 285 milioni di Euro per sostenere l'acquisto del marchio vicentino, che conta circa 500 dipendenti con il solo main brand (ma è proprietario anche di AGV e TCX). L'obiettivo della manovra è ricapitalizzare l'azienda per assicurarle un futuro stabile e duraturo

Dainese: "Dainese è impegnata in discussioni costruttive con i propri partner finanziari in merito a una ricapitalizzazione dell’azienda. L’obiettivo è rafforzare la struttura patrimoniale di Dainese e migliorarne la flessibilità finanziaria, dopo che l’azienda ha affrontato alcune difficoltà di mercato. Questo processo non avrà alcun impatto sulle attività ordinarie, né su dipendenti, fornitori o clienti".

Lino Dainese:"È una notizia che mi coglie di sorpresa e che mi reca un po’ di dispiacere. Sono fuori praticamente da dieci anni ma l’azienda porta pur sempre ancora il mio nome".

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