Aprilia RSV 1000: il ritorno?

Gianluca Salina

Negli USA è stato depositato il nome Aprilia RSV 1000 da parte dell’azienda di Noale. Semplice operazione per conservare la possibilità di usare il nome o preludio all’arrivo di una nuova supermedia sportiva rivale di Ducati Panigale V2, Yamaha R9 e della futura KTM RC 990?

La Aprilia RSV 1000 è stata sostituita, nel 2009, dalla RSV4. Da allora, la casa di Noale ha investito sulla sua nuova piattaforma a 4 cilindri, per poi ampliare la propria offerta nelle cilindrate medie, prima con la piattaforma 660 e, di recente, con la 457. La notizia, pubblicata qualche giorno fa da Cycle World, riguarda la registrazione, fatta negli Stati Uniti, della denominazione RSV 1000 ad opera del marchio veneto.

Questo passo potrebbe essere il primo in direzione di una famiglia di prodotti che oggi manca, nella gamma Aprilia, quella tra i 900 ed i 1000 cc (Gilera 900: prove tecniche di Aprilia RSV2 900, Tuono 900, Tuareg 900…?).  La RSV 1000, che nella sua prima incarnazione in realtà si chiamava RSV Mille, rappresentava l'essenza delle race-replica al pari delle coeve Ducati 996, Honda VTR SP ecc.

Oggi un 1000 da 143 cv come fu la versione dal 2006 in poi della maxi sportiva di Noale, sarebbe una supermedia ma, se mai si farà, difficilmente la nuova RSV vedrà crescere le sue prestazioni rispetto alla progenitrice. Il segmento a cui si dovrebbe (il condizionale è ovviamente d'obbligo) rivolgere è quello della nuova Ducati Panigale V2, della Yamaha R9 e della futura ed attesa KTM RC 990.

Questi modelli appartengono alle sportive del "nuovo corso". La loro fascia di cilindrata sta dimostrando di essere particolarmente attiva. Alle crossover di pari cubatura, già grandi protagoniste del mercato, si sta aggiungendo una nuova generazione di modelli con i semimanubri che si daranno battaglia nel campionato Supersport. La R9 è già presente nel campionato appena iniziato, mentre la Panigale V2 recentemente presentata lo sarà dal prossimo anno.

Si diceva delle prestazioni della ipotetica nuova Aprilia RSV 1000. Il buon V60 Rotax che ha equipaggiato la versione uscita dal listino di Noale nel 2009 era conforme alla normativa Euro 3, ergo le possibilità di poterlo adeguare all'Euro 5+ sono pari a zero o giù di lì. Dunque? La risposta più plausibile a questa domanda va cercata anch'essa dalla banca organi della casa veneta.

Tra i motori del più o meno recente passato c'è il V2 a 90° che equipaggiava Shiver e Dorsoduro 900, evoluzione del 750 installato sulla prima versione di entrambi i modelli. Questa stessa unità, con alesaggio di 97 mm invece dei 92 originari, sta per muovere la Zongshen Cyclone SR 1000 (cilindrata 996 cc), che con la Shiver condivide anche il telaio in tubi e prossima al debutto sul mercato cinese.

Come si scriveva quasi 3 anni fa, le normative anti-inquinamento vigenti in Cina sono parecchio vicine a quelle europee, quindi una eventuale omologazione di questo motore anche nel Vecchio Continente non è da considerarsi impossibile. Fin qui tutto bene o quasi. Il tutto si complica un po' se si pensa al fatto che l'attuale regolamento WSS indica in 955 cc (alias la cilindrata della Panigale V2), la cubatura massima consentita.

Questo significa che per utilizzare il motore della Zongshen Cyclone SR 1000 senza modifiche, FIM e DORNA dovrebbero aggiornare le norme, consentendo alle Supersport di lambire la soglia del litro. La seconda ipotesi è che le regole non vengano cambiate, cosa che imporrebbe ad Aprilia di restare entro i 955 cc. Per fare questo occorrerebbe dunque ridurre alesaggio e/o corsa.

Con le misure di 97×64,6 mm si otterrebbero 954,76 cc mentre, se si volessero dare un po' di giri in più ad una unità che non brilla perticolarmente per rapidità ed attitudine a girare in alto, potrebbeessere ridotta la corsa e, conseguentemente la cilindrata. Di certo c'è che un motore del genere si presterebbe ad essere installato non solo su una sportiva, ma anche su una naked ed almeno una crossover.

Ipotizzando una potenza dell'ordine dei 120 cv per la Aprilia RSV 1000 (che in realtà come concetto sarebbe più vicina alla SL1000 Falco che non alla RSV dotata di V60 Magnsium) ed altrettanti per la "sorella" Tuono così come fa Yamaha con R9 ed MT-09, sarebbe lecito pensare ad una Tuareg ed una Pegaso che potrebbero attestarsi a quota 110, creando una famiglia che rappresenterebbe quell'anello di congiuzione tra V4 e 660 citato in apertura.

Da tutto questo alla certezza che in futuro ci possa veramente essere un nuovo modello di Aprilia RSV 1000 nel listino del marcho veneto, ce ne passa ma, nel frattempo, la registrazione del nome rappresenta un buon inizio su cui focalizzare l'attenzione. Occhio dunque ad EICMA 2025 ed alle teche contenenti prototipi camuffati. A Noale hanno la buona abitudine di portare in quella veste i modelli che diverranno realtà negli anni a venire.

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