Yamaha Niken: first ride

Alla presentazione ad EICMA 2017, tutti i motociclisti sono rimasti sorpresi, decisamente stupefatti o proprio allibiti di fronte allo sbarco sul pianeta terra del mezzo alieno (ancora definibile motociclo) probabilmente piu' rivoluzionario di sempre, sul quale subito sono iniziate le più stravaganti speculazioni su cosa potesse trasmettere quella ruota in più davanti, sono dunque lieto di poter comunicare che finalmente ho potuto testarlo per un centinaio di km, potendovi dunque raccontare cosa si sente alla guida della Niken.

All'arrivo in concessionaria ammetto che l'impatto è forte, prima ancora delle due ruote anteriori che come ovvio sapevo che avrei trovato, e' la mole del frontale a colpire, il musone prominente si erge sulla doppia massiccia coppia di forcelle e mette quasi in soggezione, dando apparentemente una percezione (sbagliata) di grande pesantezza di questo mezzo, come potro' infatti verificare in seguito.

Per un attimo lo sguardo indugia sulle piu' amichevoli vicine Yamaha di vocazione touring, ma poi torno a osservare attentamente la Niken e si capisce facilmente che le forme ardite sono diretta conseguenza della funzione: i passaruota altissimi devono ospitare in tutta la sua escursione il quadrilatero articolato che permette ben 45° di piega, assistito dall'ultima evoluzione del sistema Ackermann, che in curva diverge leggermente la traiettoria delle due ruote anteriori per limitare il consumo battistrada e dare maggiore scorrevolezza.

Espletate le pratiche di rito, un ultimo ripassino all'elettronica sostanzialmente identica a quella della MT09 (dalla quale la Niken eredita anche il motore, telaio centrale e retrotreno con le opportune modifiche per equilibrare il peso dello smisurato anteriore, ripartizione 50-50) e posso accendere, prendendo la via del traffico mattutino.

Il primo pregiudizio cade miseramente, gli oltre 260 kg non pesano affatto come dovrebbero e la moto aliena risulta incredibilmente agile per la sua stazza, grazie anche al manubrione, rendendo agevole il solito zigzagare nel traffico, larga e' larga ovviamente, ma su ogni moto sono sempre gli specchietti ad ostacolare mentre si scorre tra le colonne di auto e la Niken non fa eccezione.

Confortato dal riscontro dinamico positivo su ingombri e pesi, che già dalla visuale di guida si erano sgonfiati, inizio a cercare di capire l'anteriore che, da subito, tra una rotonda e l'altra, infonde grandissima fiducia, nonostante l'asfalto liscio o spaccato tipico fiorentino, spesso causa di apprensione quotidiana alla guida dello scooter ma oggi del tutto assente.

Mentre sgattaiolo via dalle strade più congestionate in direzione collinare, il solito possente tre cilindri crossplane di 850cc mi ricorda di che pasta e' fatto il cuore della Niken, viaggio in mode 1, con potenza piena e briosa, un pelo abbassata nei toni piu' rabbiosi dal peso del mezzo e probabilmente dall'albero motore appesantito appositamente.

Iniziano ad arrivare le prime curve ed il feeling e' già a livelli esagerati (considerando quanto e' apparentemente diverso questo strano veicolo dalle cugine terrestri che guido da una vita) tanto che sento che sto entrando in curva e percorrendo evidentemente piu' forte di quanto avrei fatto con una qualsiasi altra moto sconosciuta, sopratutto a gomme fredde su asfalto ombreggiato del primo mattino.

Le due ruote da 15 pollici (gommate con Bridgestone dedicate nella misura 120/70) paiono incollate all'asfalto, la traiettoria impostata al manubrio viene percorsa rigorosamente, con disinvoltura, quasi leggerezza mi verrebbe da dire, perché appare tutto facile e privo di stress da dubbi sulla tenuta dell'avantreno, alla guida di questa Niken.

Ad esser precisi, così come per il telelever BMW, non si percepisce esattamente il livello di grip sotto le due ruote anteriori, ma la cosa straordinaria, il vero plus di questa ingegnosa soluzione cinematica, e' l'impressionante capacità di annichilimento di qualsiasi discontinuità o sconnessione, con anche le apparenti piu' che probabili diminuizioni di aderenza (passaggi sopra pozze, brecciolino, terra di un vicino campo sparsa sull'asfalto…) che non sortiscono alcun effetto: la traiettoria rimane imperturbabile senza mai dare minimamente reazioni al manubrio, davvero eccezionale.

Ovviamente, capite le potenzialità, il giochino si fa presto divertente, diciamo pure adrenalinico, con staccate sempre più ritardate (frena piu' che bene) ed entrate tonde ma sempre piu' decise, che sarebbero da considerarsi a vita persa con altri mezzi, mentre con la Niken l'ingresso curva più veloce e' una semplice formalità, semmai c'è un po' da lavorare di braccia per i cambi di direzione, ma anche qui, considerando l'aratro che si ha tra le mani, si puo' usarlo come fulcro per dei pif-paf davvero energici senza patemi d'animo.

E l'uscita di curva?

Eheh, sapevo che me lo avreste chiesto, grazie della domanda!

La risposta e': spettacolare ovviamente!

Perché l'avantreno è del tutto impossibilitato ad alleggerirsi (nel bene e nel male, non so se mi spiego…) così, appena si intravede l'uscita (anche con TC impostato a 1 ed ebbene sì, anche con TC OFF) si puo' svitare la manopola del gas in un sol colpo ed il posteriore pattina, derapando o se volete driftando quanto basta per chiudere la traiettoria in piena e controllatissima accelerazione, non deviando di un mm dalla linea impostata dall'anteriore: una goduria assoluta!

Dopo una bella sgranchita al motore e qualche centinaio di virgolone nere e' tempo di fermarsi a fare riposare la Niken, o meglio, la sua gomma posteriore, che per l'uso che ne ho fatto e farei io meriterebbe forse una mescola piu' sportiva (davanti invece, vista la solidità, delle Macadam del 2001 probabilmente basterebbero…) ma a tal proposito: a chi e' destinato questo curioso oggetto?

Difficile rispondere con sicurezza, avendola provata solo parzialmente in città ed in un misto collinare, ma una vaga idea me la sono comunque fatta.

Al mototurista piacerà sicuramente il non dover consultare il meteo prima di uscire, con due ruote davanti non c'è da aver paura di nulla, figuriamoci di due gocce d'acqua (magari in tal caso il vetro alto aiuterebbe, anche a togliere qualche spiffero).

Lo smanettone amerà sicuramente i ritmi impressionanti che si possono tenere con davvero poco sforzo mentale, grazie all'anteriore dalla tenuta infinita e al motore probabilmente migliore della categoria.

Il purista potrà obiettare che e' tutto troppo facile o che l'estetica è discutibile, ma solo prima di averla provata.

A tal proposito, se state per acquistare una naked o endurona da viaggio di cilindrata media, beh, forse vi conviene fare prima un salto in concessionaria Yamaha, perché se non la provate potreste pentirvene.

PREGI

  • Tenuta anteriore infinita in ogni condizione
  • Totale assenza di reazioni sullo sterzo
  • Facilità di guida nonostante il peso
  • Sicurezza in generale
  • Unicità

DIFETTI

  • Rigidezza monoammortizzatore

Ci tengo molto a ringraziare Boris di FANI MOTORS FIRENZE per la consueta grande disponibilità, a presto per un altro test drive!

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