Tunisia Extended Version – dal mare al deserto – Stage 1

Riccardo Fanni

Inizia il viaggio vero e proprio, da Tunisi a Bizet, sulla costa a nord ovest, vicino al confine algerino. Una giornata tra Medina, mare, strada ed un pranzo a base di pesce. La sera il tramonto regala un panorama mozzafiato in terra africana

Parto presto la mattina, 8:30 sono già in moto, direzione Bizert, dove con gli altri visiteremo il porto vecchio, la medina e pranzeremo a base di pesce.

La strada che esce da Tunisi è molto caotica, proseguo per la tangenziale fino all’imbocco dell’autostrada. Siamo un gruppetto formato da 4 moto, Gigi, Marco, Mario e Roberto. C’è un vento molto forte che rende fastidiosa la guida e circa 19 gradi. Si prosegue entrando in autostrada per fare una ventina di km dove il pedaggio costa uno “sproposito”, la bellezza di ben 30 centesimi di euro!

Devo dire che l’asfalto di questa zona a nord della Tunisia è particolarmente liscio ed insidioso, e per darvi un’idea pratica intendo che in terza marcia accelerando, a moto dritta, parte il controllo di trazione. Merito della salsedine portata dal vento e della sabbia, per cui occorre essere cauti in questi km di percorrenza. Fortunatamente il tutto dura poco e basta uscire dalle grandi vie di comunicazione, per ritrovare il solito e vecchio asfalto grumoso africano, che tiene bene e mangia via le gomme abbastanza velocemente.

Usciamo dall’autostrada e prendiamo la costiera, entrando in un paesino dove ci fermiamo a prendere un thè verde, dove il prezzo per 4 persone è di 3 euro. Il barista sorride e vorrebbe una foto con noi, e subito ti accoglie il clima caldo e amichevole di questo popolo. L’accoglienza è alta, ogni volta che ti fermi da qualche parte arriva qualcuno con del thè verde o berbero per offrirtelo, e questo accade spesso senza chiedere nulla in cambio.

Generalmente si possono convertire Euro in Dinari in ogni hotel, ed il cambio è abbastanza stabile, si tratta di circa 1 a 3,3/3,5 – e gli Exchange sono molto frequenti. La vita costa davvero poco, 70 cent di € la benzina, pranzi a 5-7€, per cui per una settimana 2-300€ bastano e avanzano facendo anche numerosi acquisti di souvenir dove capita.

Arriviamo a Bisert e giriamo il porto in cerca di un posto dove lasciare le moto. Molliamo i bagagli nel furgone di 77 Roads e parcheggiamo i nostri mezzi su un marciapiede in piazza. Alcuni bambini salgono sopra, si divertono ma sempre in modo educato e mai violento; troverò il blocchetto dell’accensione su stop e la prima inserita. Giriamo a piedi nella medina, ne approfitto per prendere una zuppiera in terracotta marrone con 6 piatti e spezie varie a poco prezzo. Pago circa 5€ per 500 grammi di pistilli di zafferano e 3€ per 400 g di curcuma. Questo è il luogo dove gli abitanti del posto vanno a fare la spesa, nessun turista lo frequenta. Si riconosce subito al primo sguardo un posto per turisti oppure un posto dove la gente locale va normalmente a fare spesa e acquisti, e questo è il caso a Bizert.

Ci dirigiamo per pranzo verso un ristorante con veranda sulla piazza, vicino al mercato del pesce, che ci cucina ottimo pesce alla griglia, orate, gamberoni, accompagnati con il loro pane e patatine fritte. Niente birra, alcolici vietati, a dimostrazione del fatto che il posto è per autoctoni. Totale pranzo circa 9€ a testa. La vista è spettacolare e si assapora realmente il quotidiano delle persone. Nella medina, macellai espongono la loro mercanzia fatta di carni che noi non troveremmo mai sui nostri scaffali, con tanto di immagini che ai nostri occhi appaiono cruente come teste di buoi mozzate in bella vista o polli venuti vivi sui bancali come oggetti. Non mancano, nei banconi delle macellerie, le famose palle di toro, prodotto tipico che secondo gli abitanti della zona pare sia afrodisiaco.

Riesco a fare anche spesa acquistando diverse spezie, dallo zafferano alla curcuma, e per pochi euro mi porto via etti di preziose polverine.

I fruttivendoli espongono la propria merce direttamente sulla strada, sopra degli stuoini, in un andirivieni continuo di persone e motorini che noi definiremmo mezzi scassati. Anche questa è Africa!

Riprendo la moto, il mio sacco impermeabile dei bagagli che 77 Roads riponeva in custodia nel furgone e ne approfitto per mettermi un antivento sotto, l’aria è pungente. Ripartiamo.

Dopo una mezzora la strada diventa sterrata, è in rifacimento, e dura per circa 30 km tra nuvole di polvere e scarti di corsia. Ottimo posto per testare un po’ le mie nuove Pirelli Scorpion Rally STR, che sembrano tenere meglio su questo terreno piuttosto che sul bagnato preso tra Milano e Genova. È la prima volta che monto delle semi-intagliate e devo dire che la differenza di tenuta è veramente avvertibile. E ne approfitto per iniziare ad otturare un po’ il filtro dell’aria appena pulito al tagliando prima di partire, prima o poi bisognerà pure iniziare a sporcarlo no?!

Quello che mi sorprende è il concetto di traffico che percepisco in Tunisia. Siamo abituati in Italia ad avere una varianza bassa tra traffico e strade libere, in pratica è una guida caotica unica, c’è poca differenza tra paesi/città ed hinterland (almeno questo è ciò che vedo in Lombardia dove abito io). Qui invece quando si entra in un paese, il traffico aumenta vertiginosamente, con carretti, motorini, ed ogni genere di veicolo che può trasportare qualcosa che circola in mezzo alla strada. All’uscita, invece, il nastro di asfalto si snoda libero e ti ritrovi da solo in solitudine a guidare e pensare “ehi, ma dove sono finiti tutti??”

Arrivo ad un bar sulla strada, ormai pochi km da Bizert, sono le 15 circa e ne approfitto per fare una pausa coi miei compagni. È un locale gestito da giovani ragazze, che sono molto curiose delle moto e di farci le solite domande che si fanno a dei turisti. Da dove venite, cosa fate nella vita, dove andate ecc. L’unica domanda che forse non mi sarei aspettato è “ce l’hai Facebook?”

La modernità delle telecomunicazioni e di internet è arrivata anche qui, e le nuove generazioni hanno abbattuto i confini e le differenze culturali con la tecnologia, con tutti i pro e contro che ne derivano.

Chiacchieriamo, ci facciamo foto in loro compagnia e loro in compagnia delle nostre   moto, e ci scambiamo i contatti FB. Devo dire che queste ragazze sono di un’eleganza disarmante, gentili, educate e mai invadenti. Hanno dai 20 ai 25 anni, e penso che abbiano un comportamento molto diverso rispetto alle nostre connazionali della loro età.

Riprendo la strada ed arrivo ad un distributore dove faccio benzina e lavo la catena con acqua compressa. In hotel, come ogni giorno, provvederò a darle una spruzzata di Chain Lube. Come dicevo, la benzina costa 70 cent di € al litro, ed ogni commento è superfluo.

L’hotel è bellissimo, con centinaia di persone, immenso. C’è anche un matrimonio di una coppia del posto ed un evento Pirelli e Dainese, per cui ci sono decine di moto turisti. È un luogo abbastanza turistico, siamo nel nord della Tunisia vicino al confine con l’Algeria, e a quanto pare sembra che sia preso d’assalto per questi eventi.

Il mare dietro l’hotel completa la scenografia, con una vista bellissima, una spiaggia lunga centinaia di metri e deserta, dove il tramonto e la brezza decisa ti catturano i sensi. Rimango sulla spiaggia per una manciata di minuti, dondolando come appeso al vento, poi mi inginocchio e inizio a toccare la sabbia, fine, quasi bianca, che è ancora fredda venendo dalla stagione invernale. Il sole lentamente scende dietro il promontorio dove si intravede la città antica, meta di turisti e mi immagino la Medina con i suoi soliti colori, profumi e mescolanze di usanze a noi lontane.

Mi sento già in viaggio da giorni

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