Triumph Adventure Experience, un format che piace a tutto tondo

Valerio Garagiola

Asfaltata o sterrata, una Adventure Experience deve contenere alcuni elementi fondamentali e Triumph è riuscita ad inserirli tutti con le giuste dosi

Quando si pianifica un weekend in moto ci sono moltissimi fattori che dobbiamo tenere in considerazione, dalla location alla strada da percorrere, passando per il pernottamento. L'obiettivo finale per ogni tipologia di viaggio è sempre la stessa: godere appieno della propria Adventure Experience e Triumph ha messo sul tavolo una proposta tanto interessante che non abbiamo resistito dal provarla di persona.

La Triumph Adventure Experience Sport ha visto protagonista l'intera gamma Adventure, dalla piccola Tiger Sport 660 (noi abbiamo testato la versione naked Trident 660) alla maestosa 1200 Rally Pro. Partendo dal Circuito ASC di Vairano di Vidigulfo (PV), sono stati affrontati in rapida successione strade iconiche del sud Lombardia, come il Passo Penice e la Val Trebbia, alternando aree urbane di sicuro interesse storico, come Bobbio.

Lungo i 350 km della Adventure Experience abbiamo avuto il piacere di saggiare i due modelli che rappresentano il massimo potenziale della gamma Triumph. La 1200 GT, che ci ha accompagnato nella prima parte, è un mezzo che può far desistere molti al primo impatto, per il suo peso di 245 kg in ordine di marcia. L'accoppiata di pneumatici 120/70 R19 anteriore e 150/50 R18 al posteriore nei primi chilometri può risultare anche inusuale per i primi chilometri, ma il reparto sospensioni molto solido (forcella Showa a steli rovesciati da 49 mm con smorzamento semiattivo, al posteriore monoammortizzatore Showa con smorzamento semiattivo e regolazione automatica del precarico) e il telaio in acciaio ed alluminio hanno permesso di percorrere diverse tipologie di asfalto senza alcun problema. Inoltre, la dolcezza dell'erogazione del tricilindrico 1160cc da 150 cavalli ha permesso di mettersi a proprio agio fin dai primi momenti. Altra nota positiva, l'ottima protezione aerodinamica anche per i conducenti più corpulenti. Ciliegina sulla torta, la sella regolabile in altezza su due livelli mette d'accordo chi è dotato di lunghe leve.

Dopo il pernottamento in una struttura nell'altro Pavese, è stato il turno della 900 GT Pro. Mezzo pensato per utilizzo quotidiano, regala confort e divertimento anche fuori dalle strade cittadine, grazie ad una posizione di guida che permette di avvolgere al meglio la moto (nonostante il serbatoio da 20 litri di capacità) e ad un propulsore da 888cc per 95 cavalli sempre pronto. Le manovre da fermo inoltre sono molto agevoli, grazie anche alla massa in ordine di marcia inferiore ai due quintali.  Il reparto ciclistico non ha nulla da invidiare al modello di maggiore cilindrata, grazie a componentistica Marzocchi pluriregolabile ed a freni Brembo Stylema. La pompa freno Magura può far storcere il naso ai puristi, ma la sua modulabilità e la potenza frenante sono il giusto compromesso tra uso da tutti i giorni ed utilizzo più allegro tra le strade di collina. La protezione aerodinamica non è ai massimi livelli come sulla 1200, specialmente per chi è molto alto, ma è comunque di buonissimo livello, come abbiamo potuto apprezzare nella tappa di rientro al circuito di Vairano di Vidigulfo, sede del nostro breve (ma estremamente utile) corso di guida sicura.

Abbiamo tenuto per ultima la prova della Tiger Sport 660, per capire quanto ci si potesse divertire con un mezzo così compatto eppure orientato al turismo. La risposta è semplice: molto. Il baricentro, la ciclistica concreta e la distribuzione dei pezzi portata verso la parte inferiore del mezzo (grazie anche al silenziatore posto sotto al motore) donano alla Tiger Sport 660 una facilità di guida veramente inaspettata. La presenza della carenatura inoltre, sulle curve a raggio costante prese a velocità importanti, non da alcun fastidio, restituendo la stessa sensazione di agilità che è stata constatata nel nostro test sulla sorella Trident 660. Il reparto freni è concreto e punta alla semplicità, con doppio disco anteriore da 310 mm e pinze Nissin a doppio pistoncino e al posteriore disco da 255 mm e pinza Nissin monopistoncino. Una nota di merito va all'ABS, efficace nell'intervento senza essere destabilizzante in caso di frenata d'emergenza, specialmente su fondo bagnato. Le misure generali del mezzo, piuttosto compatte se paragonate al resto della gamma Adventure, sono un punto a favore per l'utenza femminile, ma può risultare scomoda nel caso di percorrenze giornaliere importanti.

Parco moto di prim'ordine, esperienza tanto divertente quanto formativa e personale dedicato pronto a dare suggerimenti tanto sulla guida in strada quanto efficaci nella spiegazione degli esercizi da affrontare in circuito. L'organizzazione Triumph è riuscita a mixare con  intelligenza fattori che, presi singolarmente, danno emozioni limitate al momento stesso; la corretta scelta di strade e il poter attraversare aree divertenti e paesaggisticamente coinvolgenti hanno fatto il resto, rendendo la Triumph Adventure Experience Sport un evento da ricordare con molto piacere.

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