Superbike Magny Cours 2020: a ruote ferme

Gianluca Salina

Tutto rimandato ad Estoril, per l’assegnazione del titolo Superbike 2020. A Rea in Portogallo basterà conquistare 3 punti per conquistare il 6° titolo.

Sarà che Jonathan Rea e la Kawasaki hanno abituato troppo bene ma, la mancata conquista del titolo mondiale sulla pista di Magny Cours da parte del binomio più vincente della storia della Superbike è suonato, per alcuni, quasi come una sconfitta del pilota nordirlandese e della casa giapponese. La realtà però è ben diversa, a cominciare dal fatto che il 33enne di Ballymena e la ZX-10RR shanno lasciato il tracciato di Nevers con 2 vittorie su 3 gare e con 8 punti di vantaggio in più su Scott Redding e la Ducati rispetto all'inizio del week-end.

Erano infatti 51, le lunghezze che separavano i due britannici, mentre adesso sono 59. Questo significa che a Rea basterà, nel corso dell'ultimo round del mondiale SBK, quello in programma ad Estoril dal 16 al 18 ottobre, conquistare 3 punti nell'arco dell'intero fine settimana, dal momento che, nell'eventualità che lui e Redding si trovassero a pari punti, il titolo sarebbe comunque del nordirlandese della Kawasaki in virtù del maggior numero di vittorie durante l'anno (ad oggi 11 contro 5).

Il verdetto del tracciato transalpino è stato dunque favorevole al pilota del KRT che, in Portogallo avrà a disposizione una quantità quasi infinita di possibilità di conquista del suo 6° alloro mondiale consecutivo. Ancora più aperto del mondiale piloti è quello riservato ai costruttori, dove la distanza tra Kawasaki e Ducati è di soli 26 punti, con il marchio bolognese a cui la matematica concede più speranza del suo pilota di ribaltare le posizioni in classifica nell'ultimo round, mentre Yamaha è ormai fuori dai giochi.

La casa di Iwata è stata in ogni caso protagonista, in Francia, con il doppio secondo posto di Baz (Gara-1 e Gara-2) ed il terzo posto di vd Mark nella SP-Race, ma è mancato l'acuto, così come è mancato per l'ennesima volta quello che doveva essere l'alfiere del brand dei tre diapason per l'assalto al titolo 2020, Razgatlioglu. Il turco, che non ama Magny Cours e forse ancora meno il bagnato, ha collezionato un 5°, un 9° ed un 10° posto nelle tre gare transalpine, decisamente troppo poco ed a dirlo è anche la classifica generale, che adesso lo vede 6°, indietro di 29 punti rispetto al compagno di squadra.

Show francese di Haslam, per Honda, che in Gara-1 è caduto dopo aver raggiunto il 5° posto con una gara decisamente generosa, mentre è poi sparito dai radar nelle altre due gare, finendo fuori dalla top-10. Stessa sorte occorsa ad Alvaro Bautista, che nel mondiale si ritrova con soli 8 punti di vantaggio sul proprio team-mate, qnache qui davvero poco, per un pilota che l'anno scorso aveva dominato la prima metà del campionato e quest'anno partiva con intenzioni molto bellicose. La gioventù del progetto Honda non basta a giustificare i risultati al di sotto delle aspettative dello spagnolo.

Difficoltà anche per BMW. Dopo aver conquistato un esaltante 1-2 in qualifica, in Gara-1, a causa di un contatto tra Gerloff e Sykes, quest'ultimo faceva strike con il suo compagno di squadra Laverty, decretando il ritiro per entrambi. Poco esaltanti i risultati dei due piloti della casa dell'elica nelle successive manche, dal momento che il miglior piazzamento è il 10° posto di Sykes in Gara-2.

Prosegue il momento di "consistenza" per Rinaldi, affiancato nella crescita da Gerloff, due volte in top-10 a Magny Cours ed in corsa per una Yamaha ufficiale al fianco di Razgatlioglu per il 2021, mentre per l'italiano è ancora aperto il toto-Ducati ufficiale per il prossimo anno. Il periodo che separa dal finale di campionato ad Estoril ed il week-end di gare dovrebbero fare definitva luce sugli assetti delle squadre per la stagione a venire, in attesa degli annunci delle nuove moto, che non tarderanno ad arrivare da qui a novembre. Stay tuned!

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