Superbike: 250 giri in meno alla Ducati, 500 in più alla Honda

Gianluca Salina

Riduzione di 250 giri per Ducati e 500 giri in più (anche se in due tranche) per Honda. E’ questo il verdetto dell’applicazione del famigerato algoritmo sui risultati dei primi tre round del mondiale Superbike 2019. Regimi invariati per BMW, Kawasaki e Yamaha. Arrivano anche le concession part per la casa tedesca, quella di Iwata ed ancora per Honda, mentre V4R e ZX-10RR non ne hanno diritto, con il tutto che sarà già valido da domani, per il GP di Olanda di Assen.

Dopo tanto clamore ed anche qualche invocazione, il controverso algoritmo di Scott Smart, realizzato per analizzare e bilanciare, ogni tre gare, le prestazioni delle moto modificando il regime massimo di rotazione delle Superbike, ha espresso il suo verdetto. Ad Assen le Ducati Panigale V4R correranno con il limite ridotto di 250 giri. E' dunque arrivata la penalizzazione per la moto bolognese che, con Alvaro Bautista, ha finora dominiato questo scorcio di stagione.

In virtù del regolamento, già in vigore dalla prima gara del campionato 2018, tutte le moto di uno stesso modello ricevono uguale trattamento. Pertanto verrà ridotto il regime di rotazione non solo allo spagnolo numero 19, ma anche al compagno di squadra Chaz Davies e ai due piloti satellite, vale a dire Michael Ruben Rinaldi (Barni Racing Team) e Eugene Laverty (Team GoEleven) con effetto immediato .

Quello di Ducati non sarà il solo limitatore a variare. Verrà infatti modificato anche quello di Honda, che potrà far girare il suo motore 500 giri più in alto, una crescita che andrà applicata in due step, mentre non cambia niente, in questo particolare ambito, per BMW, Kawasaki e Yamaha. I nuovi valori sono dunque i seguenti:

  • BMW: 14900
  • Ducati: 16100
  • Honda: 15050
  • Kawasaki: 14600
  • Yamaha: 14700

Discorso diverso invece per i Concession Point, la cui attribuzione ad ogni gara a chi arriva sul podio con punteggi che vanno ai 3 del primo colassificato ad 1 per il terzo (con il secondo che, prevedibilmente, ne prende 2), determina la possibilità, per una casa, di applicare step evolutivi alla meccanica delle proprie moto. Sulla base dei risultati maturati nei primi tre round del 2019, la differenza tra Ducati e Kawasaki è di 7 punti, con la regola secondo la quale ce ne devono essere almeno 9, per consentire alla moto di beneficiare delle Concession Parts.

La casa di Borgo Panigale e quella di Akashi resteranno, da questo punto di vista, immutate, mentre BMW, Honda o Yamaha, che hanno 9 o più punti di distacco dalla vetta di questa speciale classifica, potranno evolvere i propri mezzi. L'applicazione di queste regole non mancherà di generare critiche allo stesso modo in cui queste ci sono state finora e toccherà come sempre alla pista emettere il verdetto, con la previsione, nemmeno troppo difficile da fare che, specie per Ducati, non cambierà praticamente nulla.

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