Regolamento Superbike 2018: obiettivo, limitare Rea e la Kawasaki

Gianluca Salina

Il binomio Rea-Kawasaki colpevole di aver reso noioso il campionato Superbike. La posizione è di DORNA, che sta vagliando delle modifiche al regolamento tecnico 2018 volte a limitare le performance della Kawasaki (ma anche dell’Aprilia), fresca vincitrice, con il pilota nordirlandese, del 3° titolo consecutivo in Gara-1 a Magny-Cours.

La Superbike non è spettacolare a causa di Jonathan Rea e della Kawasaki. A fare questa affermazione, sebbene implicitamente, è stata DORNA, l'organizzatore stesso del campionato. Il pilota di Ballymena e la Ninja sarebbero colpevoli di aver ucciso il campionato, dall'alto di un dominio che dura dal 2015 e che si è concretizzato per la terza volta consecutiva sabato in Gara-1 a Magny-Cours, con la vittoria numero dodici su ventidue manche finora disputate in questa stagione.

Durante una riunione a margine del GP di Francia svoltosi nel week-end, è stata messa sul tavolo una proposta di revisione del regolamento, che dovrebbe entrare in vigore nel 2018 (nonostante il promoter spagnolo avesse assicurato, in precedenza, che non ci sarebbero state modifiche per il prossimo anno) e che sarebbe nemmeno troppo velatamente mirato a contenere quello che di fatto è divenuto lo strapotere della ZX-10RR e del folletto volante nordirlandese.

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Scott Smart, figlio del leggendario Paul e nipote di Barry Sheene, ma soprattutto World Superbike technical director, si è fatto portavoce, presso i delegati dei costruttori impegnati nel mondiale delle derivate di serie, di una proposta che prevede l'abbassamento del regime massimo di rotazione raggiungibile dai motori, attraverso due diverse opzioni.

La prima riguarderebbe un limitatore uguale per tutti ed al momento fissato a14100 giri, mentre la seconda consentirebbe ai motori di funzionare ad al massimo 500 giri più rispetto alle unità di serie. Per Kawasaki (ma anche per Aprilia, ad esempio, "colpevole" come la casa in verde, di essere riuscita a far girare particolarmente in alto il motore della RSV4), si tratterebbe di vedersi ridurre l'arco di 1500 giri circa, con una perdita di potenza quantificabile nell'8-10% . Inoltre ci sarebbe la possibilità di abbassare ulteriormente questo limite ad intervalli regolari nel caso in cui il tanto agognato livellamento di prestazioni non fosse raggiunto.

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Dimenticate per un attimo che le Superbike di oggi sono vicine alle moto di serie come Madrid é a due passi da Tokyo, perché la cosa non vale solo per Kawasaki, ma anche per Ducati, Yamaha e tutti gli altri costruttori (ed in passato era ancora peggio). Adesso prendete la casa che ha realizzato la moto migliore del lotto, investendo energie e capitali in ricerca e vanificate il tutto, consentendo tutti gli altri, che evidentemente sono stati un po' meno bravi nella progettazione e sviluppo del mezzo, di ritrovarsi competitivi in un battito di ciglia e senza aver fatto nulla. Mescolate il tutto ed otterrete la proposta che DORNA ha portato al vaglio dei costruttori nel nome del creare più spettacolo.

Del passato (sbagliato) fatto di zavorre, air restrictor ed impossibilità a variare i rapporti del cambio in molti ne hanno memoria. Altrettanto dicasi per la più recente e curiosa regola del ribaltamento della griglia di partenza tra Gara-1 e Gara-2, la quale ha sortito, come unico risultato, quello di innalzare la soglia di pericolo per i piloti, dal momento che i più veloci tornano in testa in tempo zero, dopo uno slalom in mezzo a chi è un po' meno rapido. Quelli si chiamano rischi, non spettacolo. Se un top rider sbaglia una qualifica e parte ennesimo è un conto. Chi invece ha magari fatto la Superpole ed ha vinto Gara-1, perché deve partire dalla casella numero 9 e rischiare oltre quello che già normalmente fa?

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Al di là di tutto, la regola che prevede la limitazione del regime massimo di rotazione, dove potrebbe portare? Certamente al fatto che le case realizzerebbero motori di serie ancora più performanti ma, stante l'attuale "libertà" di intervento sulle moto, la ricerca si concentrerebbe su altri aspetti, per recuperare le performance perse, con il risultato di far salire i costi, che invece sono (anche qui giustamente) additati come un'altra causa della crisi della Superbike odierna.

Last but not least, tra meno di due mesi le moto 2018 scenderanno in pista per i primi test della nuova stagione e per i costruttori sarebbe utile sapere, magari con un filo di anticipo, quale configurazione di motore verrà adottata. In tutto questo caos, nel quartier generale Kawasaki sarebbero comprensibilmente andati su tutte le furie, al sentire le parole di Smart ma, dal momento che questa novità era già nell'aria da tempo, Rea avrebbe già provato una ZX-10RR con un motore dotato di limitatore di giri posto più in basso dell'attuale.

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Forse un tempo il problema del dominio di una casa non sarebbe stato tale ed in effetti é avvenuto proprio quello, dal momento che Ducati ha spadroneggiato per lunghissimo tempo in Superbike, con il beneplacito non solo del promoter, ma anche del pubblico, specie quello Tricolore, comprensibilmente orgoglioso, in passato, che a vincere fosse un marchio italiano e, come avviene per la Ferrari in F1, oggi altrettanto stizzito nel sentire suonare l'inno giapponese molto più spesso di quello di Mameli.

Il problema è che domani potrebbe avvenire la stessa cosa per delle atre tre giapponesi o per BMW, piuttosto che per una delle tre case italiane. In quest'ultimo caso però, molto probabilmente ci sarebbe una nuova levata di scudi, da parte di tifosi nostrani, che oggi invece non avviene, dal momento che riguarda la casa di Akashi. Da qui la considerazione che quella attualmente in sede di esame forse non sia la strada migliore da percorrere, così come non lo è quella di limare apparentemente la propria forza da parte di Rea e la Kawasaki, evitando di andare a vincere con distacco, ma rimanendo invece in bagarre, per salutare la compagnia nei giri finali, in modo da risultare, testuali parole, "più simpatici".

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L'arguta (si fa per dire) teoria, è di Max Temporali, ed è stata enunciata durante la diretta su Mediaset. Peccato che un campione non dovrebbe essere giudicato antipatico perché vince staccando tutti ed anzi, l'aspetto umano non dovrebbe proprio far parte dei parametri di valutazione, i quali dovrebbero prendere in esame unicamente i risultati ed i gesti atletici/sportivi.

Evidentemente però, oggi è tutto diverso e probabilmente il Temporali-pensiero riflette quello del promoter spagnolo ed i desiderata di un pubblico generalista che, forse, con le moto e la passione presente in SBK, poco ha a che fare. Vero resta che la ricetta non sia facile da identificare. Superbike con specifiche Superstock (e Superstock realmente di serie), piuttosto che regolamento in stile BSB? Nessuno lo sa, forse a cominciare da DORNA stessa.

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