Dieci moto che hanno fatto la storia: Aprilia RSV

Valerio Garagiola

Una moto che senza dubbio ha fatto la storia del motociclismo è la italiana Aprilia RSV, in special modo la versione bicilindrica

La nostra rubrica continua omaggiando una moto apprezzata in tutto il mondo in quanto simbolo della sportività italiana, ma non del tutto compresa dal nostro mercato. La Aprilia RSV è oggi un vero e proprio oggetto da collezione e le cifre necessarie per poterne acquistare una in buono stato è molto consistente. 

I primi studi della Aprilia RSV Mille risalgono al 1993, con l'obiettivo di entrare nel segmento delle moto sportive di grossa cilindrata, finora monopolizzata dai modelli giapponesi, ad eccezione di Ducati ed MV Agusta. Entrò in produzione cinque anni più dopo. La RSV Mille vantava motore e telaio unici rispetto alla concorrenza, oltre all'uso di particolari leghe metalliche.

Il propulsore era un bicilindrico a V superquadro di 60 gradi, angolo scelto per avere un motore particolarmente compatto e con fluidodinamica ottimizzata. La parte più interessante del propulsore è il sistema di distribuzione, composta da quattro valvole per cilindro comandate da un doppio albero a camme in testa per bancata a sua volta azionato da un sistema misto di ingranaggi e catena. Anche l'accensione è un particolare che rende la RSV molto interessante, con due candele per cilindro (sistema Twin Spark). Sui primi prototipi vennero utilizzati pistoni Asso Werke prodotti da stampi provvisori inizialmente progettati per un monocilindrico Cagiva/Husqvarna mai prodotto.

La cilindrata effettiva era di 998 cc e sviluppava una potenza massima di 128 cavalli a 9250 giri/minuto, mentre la coppia massima all'albero era di 102 Nm a 7000 giri minuto. La particolare erogazione del motore, gestibile sia per gli amatori sia per i più esperti, è stata una delle chiavi del successo della superbike veneta. Altre soluzioni di interesse erano il comando idraulico per la frizione, il dispositivo antisaltellamento meccanico PPC (la RSV fu la prima moto di serie a montare un dispositivo antisaltellamento) e l'utilizzo di una doppia pompa trocoidale per la circolazione dell'olio.

Il telaio era a doppia trave realizzato in lega d'alluminio, materiale che garantisce leggerezza, robustezza e rigidità torsionale. Anche le sospensioni erano di alto livello, con forcella e monoarmotizzatore regolabili in compressione, estensione e precarico idraulico.

Aprilia utilizzò la RSV Mille nel Campionato del Mondo Superbike dal 1999 al 2002: i risultati purtroppo furono al di sotto delle aspettative, con miglior risultato il terzo posto in classifica nel campionato del 2000. Nel 2000 arrivarono i primi aggiornamenti, con codino più affusolato e tondeggiante e pinze freno Brembo Serie Oro. Il nome "RSV Mille" viene sostituito da "RSV 1000", al fine di renderla più appetibile per il mercato internazionale.

Nel 2003 la superbike di Noale viene profondamente aggiornata, con nuova carenatura e motore Euro2 (ora in magnesio e senza la soluzione Twin Spark) capace di oltre 130 cavalli; per chi voleva qualcosa di più, era disponibile la versione RSV 1000R Factory, dotata di cerchi in alluminio forgiato, sospensioni Ohlins e particolari in carbonio. La nuova normativa antinquinamento ha dotato la moto di due terminali, mentre gli aggiornamenti estetici hanno visto gli indicatori di direzione integrati nella carenatura e negli specchietti. 

Il 2006 vede l'arrivo dell'ultima serie RSV Mille, con motore aggiornato alla normativa Euro3 e potenza aumenata a 143 cavalli, grazie all'airbox rivisto. I comandi di freno e frizione assiali vengono sostituiti da soluzioni di tipo radiale. Assieme alla versione standard, con ciclistica Showa, era disponibile la versione Factory, con forcella Ohlins.

Questo modello sarà disponibile per due anni, sostituito nel 2009 dalla prima Superbike Aprilia a 4 cilindri, la RSV4.

Nel corso della sua vita, la Aprilia RSV è stata presentata in diverse versioni speciali. La più famosa ed apprezzata dagli appassionata fu presentata nel 1999, prodotta in 150 esemplari per poter concorrere al Campionato del mondo Superbike. Questa moto vantava una potenza superiore, ossia 145 Cv a 11.000, nonostante la cilindrata totale fosse leggermente inferiore (995,8 cm³) rispetto al modello di serie. I corpi farfallati furono maggiorati, come anche l'airbox in fibra di carbonio. Anche la coppia massima aumentò grazie all'uso di nuovi alberi a camme. Utilizzando molta fibra di carbonio, la moto venne alleggerita di circa quattro chilogrammi. Il telaio, sempre in lega leggera, aveva rigidità torsionale migliore del 20% rispetto al modello di serie. Gli attacchi motore e forcellone furono modificati rendendoli regolabili per permettere lo spostamento del baricentro e l'allungamento del passo.

La RSV Mille R Edwards Replica del 2003, creata come replica della versione MotoGP, era dotata di doppio scarico Akrapovic e corpi farfallati da 57mm bielle forgiate, che la facevano pesare 3 kg in meno e circa 6 cavalli in più rispetto al modello R.

Nel 2004 venne presentata la versione più costosa della RSV 1000 R, denominata Nera. Prodotta in soli 200 esemplari, era dotata di carena completamente in carbonio, oltre a numerose componenti in carbonio, magnesio, titanio e alluminio. Il motore erogava quasi 150 cavalli, mentre il peso era sceso di quasi 20 chilogrammi.
In netta contrapposizione con la livrea monocromatica della versione Nera, la RSV 1000 R Bol d'Or Replica nacque per omaggiare la partecipazione nel settembre 2006 al Bol d'Or.

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