Honda RVF 1000 R: nel 2019 l’anti-Panigale V4?

Gianluca Salina

Nel 2019 la Honda festeggerà 70 anni di storia. Quale migliore occasione, per presentare la RVF 1000 R, la V4 supersportiva attesa e vociferata da diversi anni? Secondo i colleghi di Young Machine il progetto sarebbe in fase di finalizzazione e la moto potrebbe essere svelata ad Intemot o EICMA 2018.

Da quando è sbarcata nel segmento delle supersportive con la sua RSV4, Aprilia ha creduto da sempre nell'architettura 4 cilindri a V, così come Ducati che, dopo infinite V2 ad alte prestazioni, è approdata a questa configurazione con la neonata Panigale V4 cilindri presentata ad EICMA 2017. All'appello manca però ancora una casa, che di questa architettura ha fatto un marchio di fabbrica, Honda.

Dopo aver firmato, nel passato, moto iconiche come RC30, RC45, NR750 e la più recente RC213V-S, all'orizzonte sembrerebbe esserci una nuova realizzazione. Nel 2019 la casa dell'ala dorata festeggerà il suo 70° anniversario e, secondo alcune indiscrezioni, come simbolo di questo traguardo raggiunto, potrebbe arrivare la RVF 1000 R ( di cui abbiamo già parlato in questo articolo), una supersportiva dotata dello schema V4 che l'azienda di Tokyo continua ad utilizzare su modelli di produzione come Crossrunner, Crosstourer e VFR800.

Dell'esistenza di un progetto legato a questa moto non ha mai fatto mistero neppure Tetsuo Suzuki, già presidente HRC ed adesso direttore R&D Honda che, a domanda di un paio di anni fa su cosa bollisse nella pentola del maggiore costruttore di moto al mondo, aveva affermato che c'erano tre diverse supersportive in cantiere: la nuova Fireblade, la già  citata RC213V-S e proprio la V4.

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All'epoca, Suzuki-san aveva fatto intendere che quest'ultima non fosse stata ancora definitivamente deliberata, ma non aveva nemmeno escluso che potesse esserlo in futuro. A 24 mesi di distanza, secondo i colleghi di Young Machine, solitamente molto ben informati circa i nuovi modelli delle case giapponesi, ci sarebbero ulteriori novità sulla hypersport V4 dell'ala dorata.

Fermo restando che il condizionale che resta un obbligo, in mancanza di conferme ufficiali, dopo i primi rumour ed alcuni brevetti depositati, riconducibili a questo modello, arrivano nuovi documenti che lascerebbero intendere un procedere nello sviluppo del progetto, che qualcuno attendeva di vedere, come prodotto finito,  già quest'anno al salone milanese.

Secondo quanto fatto da Ducati, che ha travasato parte dei materiali e delle tecnologie impiegate in MotoGP sulla Panigale V4, anche in questo caso verrebbe impiegata la base della RC213V-S, a sua volta derivazione stradale della moto con la quale Honda corre nel Motomondiale. Si tratterebbe di un porting in tono minore, rispetto a quanto fatto per il modello posto in vendita a 200mila Euro, dal momento che la RVF 1000 R dovrebbe avere un costo inferiore ai 40 mila Euro, in modo da poter rientrare nel price-cap imposto dal regolamento Superbike e partecipare così al mondiale per le derivate di serie.

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Se così fosse davvero, si rinnoverebbe la sfida con Ducati che infiammò l'inizio degli anni 2000 quando, da un lato la 996 e dall'altra la VTR SP, entrambi bicilindrici a V, battagliarono per tre anni sulle piste di tutto il mondo spartendosi i mondiali di quegli anni (uno andò alla moto italiana e due a quella giapponese). Alla RVF 1000 R Honda ci arriva, contrariamente a quanto affermato da qualcuno, per decisioni interne e non a seguito di una accelerazione del progetto in risposta all'uscita ad EICMA 2017 della V4 di Borgo Panigale e che ha avuto come indubbio effetto l'innalzamento dell'asticella per quanto riguarda il livello delle future supersportive.

Questo in virtù del fatto che il rilascio della quattro cilindri bolognese non è certo stata una novità resa nota in occasione della kermesse milanese, quanto piuttosto annunciata con largo anticipo anche da Ducati stessa. Considerando che per la realizzazione e commercializzazione di un nuovo modello occorrono dai 30 ai 36 mesi minimo e che della V4 sportiva di Honda è anni che se ne parla, è facile capire come i vertici dell'ala dorata avessero già da tempo deliberato la moto.

Terminato il rinnovamento della CBR 1000 RR, culminato con la presentazione della moto lo scorso anno, in Honda potrebbero aver destinato parte delle energie nel dare impulso al progetto della RVF 1000 R, molto probabilmente realizzato in collaborazione con la divisione racing dell'azienda, quella HRC che, sulle moto di produzione manca da quella VTR SP citata prima, presentata nell'ormai lontano 2000.

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Allo stato attuale delle cose è impossibile ipotizzare numeri in qualsiasi ambito, ma è lecito supporre che la nuova arrivata potrà disporre di una potenza in linea con la RC213V-S e la neonata Panigale V4, attestandosi pertanto su valori compresi tra 210 e 220 cavalli. Appare invece scontata la cilindrata unica, a differenza di quanto fatto da Ducati per la sua ultima hypersport, declinata in due diverse cubature, così come l'impiego di carbonio e titanio per contenere i pesi, oltre ad una elettronica di ultima generazione.

A livello di posizionamento sul mercato, così come sul piano delle performance, la moto dovrebbe inevitabilmente essere un gradino sopra alla attuale CBR 1000 RR SP2, della quale sarebbe inevitabilmente più estrema in ogni aspetto, dal momento che la Fireblade, per espressa volontà di Honda, ha sempre avuto caratteristiche che l'hanno resa la più user-friendly delle 1000 supersportive.

In ottica Superbike, l'arrivo della RVF 1000 R potrebbe essere il tassello che manca ad un ritorno di interesse, da parte di Honda per il mondiale delle derivate di serie, con la intrigante possibilità di rivedere HRC all'opera in una categoria che in passato è stata prodiga di soddisfazioni, per la divisione racing dell'azienda. Inoltre offrirebbe la chance di vedere in gara, una contro l'altra, due diverse moto appartenenti alla casa dell'ala dorata. Fino a qui, le speculazioni. Non resta che attendere i prossimi mesi, per vedere se arriveranno ulteriori segnali che confermino quanto detto finora. D'altra parte, Intermot 2018 è distante solo 10 mesi.

Photo: Young Machine

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