Domenico Passanisi, dal sud per ben due campionati

Valerio Garagiola

Abbiamo chiesto ad un pilota del sud Italia cosa vuol dire correre ed essere competitivo in una competizione nazionale, ponendo domande scomode

Correre in moto è un costo. Inutile giraci attorno. Conta anche il luogo di nascita. Nella nostra nazione, i piloti più forti e iconici provengono dalla Romagna o da aree dove i maggiori produttori di moto hanno fatto la storia. Ci siamo posti una domanda: cosa vuol dire essere un pilota nato fuori da questi territori? Abbiamo avuto la fortuna di sciogliere i nostri dubbi con Domenico Passanisi, che in questa stagione corre in ben due campionati: Yamaha R3 Cup e Campionato italiano Dodici Pollici.

Prima di tutto, chi è Domenico?

In primis, un appassionato di motori che non ha nessuna preferenza per marca o modello. Fondamentale, per me, che il mezzo mi permetta di essere competitivo e di avere sensazioni positive alla guida. Come tutti, ho iniziato da molto piccolo con le minimoto e da lì iniziarono le prime gare, passando per il Campionato Regionale Siciliano. Vista la costanza di buoni risultati, ho avuto occasione di prendere parte anche al Campionato Nazionale ed a una tappa del Campionato Europeo, a Ottobiano, concludendo in terza posizione. A 13 anni comprai la mia prima moto a marce, una RS125 Sport Production, con la quale feci poche gare per mancanza di fondi; le competizioni con gli scooter, richiedendo uno sforzo economico molto inferiore, sono state la mia palestra per diverso tempo. Purtroppo, sempre per mancanza di budget, ho dovuto prendere le misure con il mondo delle corse per diverso tempo, da luglio 2014 a dicembre 2019. Ad oggi, la mia situazione è decisamente diversa, concorrendo in ben due campionati.

Nel Campionato Italiano 12 pollici sei pilota ufficiale Buccimoto; come sta andando questa esperienza?

Si tratta di un campionato altamente competitivo, sia a livello tecnico che umano; data la potenza ridotta delle moto, cerco di allenarmi il più possibile per mantenere il peso forma e avere una buona resistenza in gara. Ammetto che la prima esperienza con una pitbike non è stata facile, dato che per portarle al limite sono necessarie delle accortezze. Ho avuto la fortuna di scegliere di correre con Buccimoto perchè ritengo il loro operato affidabile e professionale, oltre ad avere il potenziale adatto per primeggiare nella categoria. Il campionato purtroppo non è partito bene causa noie tecniche, ma attualmente sono in terza posizione; posso ritenermi soddisfatto per ora, ma l'obiettivo è vincere.

Invece nel Campionato R3 Cup sei al comando della categoria Senior, ma mancano ancora 4 gare, tutte a Misano. Come ti trovi su questo tracciato?

La mia avventura con la R3 è iniziata con una telefonata da parte del team VR3 Racing, 10 giorni prima della prima gara. Ho provato la R3 per la prima volta in Sicilia, in un kartodromo locale, dove ho ripreso in mano una moto con ruote da 17 pollici dopo dieci anni di stop. Alla fine della giornata, eravamo in direzione Mugello per la prima gara dell'anno. Attualmente sono il primo della categoria Senior e terzo nella classifica generale. Considerando che non ho mai girato in nessuno dei tracciati del Campionato, mi ritengo decisamente contento del lavoro svolto finora. Misano sarà una nuova avventura nella quale gettarsi a capofitto e grazie al lavoro del mio team sono certo che potrò fare nuovamente bella figura

Quanto è difficile riuscire ad essere competitivi in campionati così diversi su moto altrettanto differenti?

Molto, dato che la Buccimoto F20 e la Yamaha R3 sono mezzi completamente diversi. L'avantreno della Buccimoto è molto preciso ma molto più sensibile rispetto alla moto giapponese. Ad esempio, andare a caricare eccessivamente la ruota anteriore della F20 è deleterio perchè va a perdere in precisione, mentre sulla R3 è fondamentale. Per ottimizzare gli allenamenti in pista, alterno sessioni su entrambe le moto. 

Ora una domanda difficile: quanto è difficile per un pilota del Sud Italia potersi affermare in contesti blasonati come quelli della R3 Cup?

Per noi del Sud Italia, in particolar modo in Sicilia, non ci sono sufficienti strutture nemmeno per poterci confrontare con i nostri avversari nel contesto delle prove libere. Abbiamo modo di testare il lavoro fatto in officina sulla Yamaha R3 nell'unica struttura adatta (Racalmuto) per poter girare, mentre per gli allenamenti su pitbike le piste si contando su una mano. Senza contare la difficoltà di trovare sostegno economico, senza il quale è impossibile anche solo pensare di effettuare dei test sui circuiti del Campionato.

Hai qualche pronostico sul tuo 2021 e hai qualche progetto per il 2022?

Non nascondo che vorrei conquistare la prima posizione in una gara sia nella R3 Cup che nel Campionato Dodici Pollici; per ora il miglior piazzamento in entrambe le categorie è stato il secondo posto. Il 2022 è ancora un foglio bianco e per il momento voglio concentrarmi su quello che sto facendo ora. Ovviamente, le intenzioni sono quelle di correre.

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