Baltic Tour 2019 – On the road in solitaria, Stage 1 – Prime tappe, Danta in Cadore, Norimberga e Wroclaw

Riccardo Fanni

Prima tappa del Baltic Tour, si lascia l’Italia, passando per l’Austria e puntando alla Germania, tra autostrada e visita alle città, con un clima sereno e piacevole, non senza qualche inconveniente che mi accompagna per qualche giorno.

Dopo la preparazione, finalmente il giorno della partenza, la prima parte del viaggio sarà rilassante, tra i monti del Cadore, dal mio storico amico, che mi ospiterà per tre notti prima di lasciare l’Italia.

Provo sempre un senso di estrema pace e tranquillità, in un posto dove il silenzio, la notte, è più assordante del rumore di fondo della metropoli a cui sono oramai abituato. Dove riposare in una taverna, con l’odore del camino, l’umidità del bosco che s’insinua tra le fessure, la presenza di decine di oggetti archeologici (sua grande passione), permette di lasciar andare la mente senza pensieri, distaccandosi per interminabili istanti dalla realtà delle cose.

Circa cinque ore tra autostrada e strade Statali mi separano dalle Dolomiti, la tratta Milano-Venezia-Belluno scorre via la mattina presto con 32 gradi, sicuramente una noiosa partenza, ma il pranzo tipico montanaro che mi attende ripaga appieno la fatica da fare.

In questi due giorni insieme al mio amico Nicola, andiamo a visitare una delle meraviglie che ancora mi mancavano della zona, ovvero il famoso lago di Braies, ovviamente in moto, e scopro un posto veramente incantevole, con una quantità di turismo impressionante. Il corto circuito visivo è impressionante, sembra di stare in un centro commerciale la domenica prima di Natale… Fortunatamente i divieti che disciplinano la zona, sono molteplici (divieto di balneazione, di accampamento, di gettare rifiuti, di accendere fuochi ecc) e molto sensati, altrimenti sarebbe un girone dantesco infernale.

Ma considerazioni civiche a parte, il lago è uno spettacolo, il colore cristallino dell’acqua varia tra l’azzurro ed il verde, la tavolozza di colori si spreca, e camminando lungo tutto il perimetro del lago per qualche tratto si riesce a rimanere quasi il silenzio assoluto, senza voci di persone accanto. Le cime montuose attorno, regalano un paesaggio veramente da cartolina, sicuramente molti di voi ci sono stati in passato e comprendono perfettamente ciò a cui mi riferisco.

Decidiamo di staccarci dal percorso classico e salire verso un rifugio a circa un’ora di camminata, dove pranziamo con uno dei veri tipici piatti del luogo e dove, al coperto, ci gustiamo anche una bella pioggerellina montana pomeridiana.

Le strade in questa parte delle Alpi devo dire che sono molto piacevoli in alcuni punti, e molto trafficate in altri, ma basta poco per fare collegamenti secondari e scoprire piccoli anfratti stradali dove tornare bambini e giocare a fare il guado del torrente con la bicicletta motorizzata…

Tra una mangiata e la successiva, le ultime che mi farò tutto servito e riverito in terra italiana, si trova sempre il tempo per far visita a qualche posto particolare, e quindi il giorno dopo andiamo a scoprire il Castel Monguelfo (Welsperg in tedesco), in Val Pusteria, fortezza medioevale eretta nel primo secolo dopo l’anno 1000, rimasto in mano ad una delle famiglie aristocratiche più importanti del Tirolo per 800 anni, ampliato e ricostruito più volte. Una meta decisamente interessante e non troppo conosciuta, il che la rende ancora più magica.

E, per tornare bambini, non poteva mancare una bella discesa sul Fun Bob di Auronzo di Cadore, il più lungo del mondo, che, ovviamente, devo cercare di fare alla massima velocità, senza toccare il freno, anche a costo di scarrellare via insieme al seggiolino!

I pochi giorni con il mio amico trascorrono cosi spensierati, ma la notte prima della partenza un bel temporale notturno con vento e tuoni mi accompagna prima di partire per il Nord, rendendomi difficile dormire.

Un saluto ed un ringraziamento al padrone di casa, e la mattina si parte presto, direzione Norimberga, dove passerò solo una notte. Obiettivo, quello di visitare il centro storico verso il pomeriggio, dopo aver superato l’Austria entrando da Lienz, passando da Mittersill per poi dirigersi verso Monaco, costeggiandola attraverso l’autostrada. Circa 4-500 km di cui i primi 200 di curve e paesaggi meravigliosamente montani, come solo l’Austria può regalarti.

Il tempo è buono, si va dai 12 gradi della mattina ai 22 gradi del pomeriggio a Norimberga, e mi fermo a pranzare in un posto a caso lungo un fiume, tra alcune tipiche casette austriache che sembrano quasi disabitate. L’Austria mi ha sempre affascinato, nondimeno riporto il K a casa sua, e le strade sembrano disegnate da Tilke per quanto incitino alla guida sportiva. Limite a 100km all’ora fuori dai centri urbani e, se sgarri, multe ragionevoli, mi permettono di divertirmi quanto basta ed in sicurezza.

Norimberga si presenta come una città cosmopolita, con un quartiere intorno al centro storico ad alta concentrazione di turchi, mentre il resto della città si presenta piena di palazzoni moderni di uffici; il centro storico è di architettura gotica, è la seconda città della Baviera per dimensioni, e si snoda tutta attorno al fiume Pegnitz. La chiesa di San Lorenzo è un magnifico esempio di come si presenta una città antica medioevale in stile gotico, ed anche la Fontana Bella (Schöner Brunnen In tedesco), ne è un tipico esempio.

Mi perdo all’interno di questa meraviglia per circa due ore, prima di far rientro in stanza. Sono abbastanza stanco e ho uno strano fastidio all’occhio sinistro dal giorno prima, penso ad un moscerino o a un po’di allergia, cosa quest’ultima che mi capita spesso, e che con un collirio antistaminico dovrebbe passare nel giro di poche ore.

Purtroppo mi sveglio la mattina dopo con un occhio spaventosamente arrossato… A girare lo sguardo sento la presenza di un corpo estraneo ruvido sotto la palpebra, anche se allo specchio non riesco a vedere nulla. Decisamente non è semplice allergia. Devo fare migliaia di km ed un occhio malmesso non è il massimo, quindi, dopo aver riflettuto sul da farsi, decido di provare ad andare al Pronto soccorso della città, dopo tutto sono in Germania, Unione Europea, quale miglior posto dove stare tranquilli?!

Non tedierò troppo voi lettori su questa disavventura, mi piace solo raccontarvi brevemente che l’efficienza tedesca non è solo un modo di dire… in sole due ore, faccio l’accettazione e vengo ricevuto da un oculista (praticamente senza fare attesa!!), il quale mi fa una visita approfondita con diversi strumenti, trovando una micro scheggia di qualcosa incastrata nella palpebra interna (fortuna non nell’occhio), che ha provocato l’arrossamento da sfregamento. La estrae in un attimo e mi forniscono gratuitamente un collirio ed una pomata da applicare 3-4 volte al gg (antibiotico e cortisone), il tutto spiegato da un’infermiera che ci tiene a parlare italiano (nonostante il medico parli un inglese perfetto) per assicurarsi che io comprenda perfettamente la cura che mi hanno prescritto.

Rinfrancato, sapendo di aver risolto la causa del problema, riparto in direzione Breslava, con l’occhio sinistro ancora molto rosso e pieno di medicinali, tra cui una pomata oftalmica che mi causa un normale appannamento alla vista dato dalla pomata che inevitabilmente finisce all’interno.

Oggi la tappa è puramente di trasferimento, solo autostrada, e passo da Dresda, circumnavigando la Repubblica Ceca. In questo modo mi evito il costo della vignetta autostradale ceca e, dato che da Praga ci sono già passato un paio di anni fa, ne approfitto per vedere la campagna tedesca lungo la strada.

Devo dire che le famigerate Autobahn tedesche, dove si viaggia a 200 all’ora oramai sono praticamente solo un miraggio… Ragazzi che lentezza, è un cantiere unico, con rallentamenti e cambi di corsie che si susseguono uno dietro l’altro, dove il limite passa dai normali 120 a 80/60 e dove TUTTI rispettano il limite pedissequamente!

Per cui potrebbe capitare che se sei su una strada a tre corsie, ti trovi il cartello del limite a 80km e tutti che in modo disciplinato procedono a quella velocità… tutto come da noi mi vien da dire…

I punti senza limite di velocità sono veramente pochi, tratte di 10-15 km tra i tanti dove regna il 120km/h di massima, e con una moto Adventure non posso di certo sfogarmi… Per cui la velocità media di percorrenza è molto bassa, rispetto alle autostrade italiane a cui siamo abituati.

Riesco comunque, nonostante la partenza tardiva della mattina, ad arrivare a Breslava in tempo per visitare la città.

L’appartamento che ho scelto con prenotazione online, è un piccolissimo monolocale costruito “in serie”, in un mega complesso moderno con autorimessa al piano inferiore, non male contando che era uno dei più economici che ho trovato, a due passi dal centro storico. Per questo viaggio ho preferito dare precedenza alla raggiungibilità a piedi delle varie città vecchie, piuttosto che alla location in sé (visto che tanto mi serve solo come base per cucinare/dormire).

Giusto il tempo di cambiarmi e mi fiondo all’interno della Old Town di Wroclaw, che si presenta come un susseguirsi di palazzi antichi uno attaccato all’altro, ognuno il suo colore, e che guardandoli nell’insieme, formano una tavolozza vivacissima su una pavimentazione antica, ricoperta a perdita d’occhio da migliaia di turisti che sembrano quasi cozzare gli uni contro gli altri.

Il fiume Oder taglia a metà la città, creando numerose isole, tutte storicamente costruite, e lo stile è puramente gotico. La città ha una fondazione che risale all’età antica, crocevia di vie commerciali, e durante il medioevo ha visto nascere la costruzione di edifici come la cattedrale dedicata a San Giovanni Battista nel dodicesimo secolo, il Municipio e la piazza del mercato. Il tutto si fonde alla perfezione, ed è un piacere passeggiare e perdersi tra le viuzze che portano ad altre piazze ed edifici medioevali.

Il periodo sovietico sembra aver intaccato poco la natura stessa della città, almeno nella sua parte più antica. Vista la temperatura perfetta, mi siedo a sorseggiare una bella birra media bionda nel primo pub caratteristico che trovo lungo la strada. Osservo affascinato la gente che passa, cercando di intuire le diverse lingue, i diversi costumi, lo stupore dei turisti e le bellezze del posto.

Parlo letteralmente di bellezze, ragazzi, col senno di poi e di tutto il viaggio non posso che confermare l’altissima media estetica delle ragazze che circolano per la cittàJ

Ma il tramonto avanza, sono visibilmente stanco, e non vedo l’ora di farmi una doccia ed una bella cena fai da te, prima di coricarmi a letto e pensare alla tappa della giornata successiva.

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