Autovelox, Ministero degli Interni: devono essere segnalati

Gianluca Salina

Una circolare del Ministero dell’Interno conferma l’obbligo, per i comuni e le province, di installare cartelli di segnalazione in prossimità degli autovelox, che non devono essere strumenti repressivi ed utili unicamente per fare cassa.

Era già scattato l'allarme quando, poco tempo fa, si era diffusa la notizia secondo la quale sarebbe venuto a decadere l'obbligo di segnalare gli autovelox, con il risultato che qualche comune/ente furbetto, si era affrettato ad applicare una regola che non era ancora divenuta esecutiva, confezionando delle vere e proprie trappole per gli utenti della strada, nel norme di un non meglio precisato perseguimento della sicurezza stradale.

Dall'altro lato era lecita la preoccupazione dei guidatori, i quali sarebbero stati una volta di più vessati da una pratica che, alla resa dei conti, sarebbe stata attuata unicamente con lo scopo di fare cassa, come già denunciato dal presidente di ACI, Angelo Sticchi Damiani, nel nome del paradigma che in Italia si preferisce troppo spesso reprimere e non educare. Fortunatamente ci ha pensato il Ministero dell'Interno a mettere (si spera) la parola "fine" all'argomento.

La almeno temporanea pietra tombale è arrivata per mezzo di una circolare a firma del ministro Minniti, secondo la quale è confermato di installare delle segnalazioni che avvisino della presenza di apparati per la rilevazione della velocità. Cade così l'ipotesi di pericolosità dei cartelli, indicati da taluni come colpevoli di provocare incidenti causati da repentini rallentamenti, motivazione decisamente "leggera".

Questo perché la frenata improvvisa e imprevedibile di chi ci sta davanti può verificarsi con maggiore probabilità se l'autovelox si scorge all'ultimo momento, in quanto non preventivamente segnalato. Un altro "piccolo particolare" che definisce l'iniquità della misura che si era discusso di applicare, riguarda la direttiva comunitaria, la quale obbliga espressamente la segnalazione preventiva dei vari autovelox, VeloOk et similia.

Andando oltre, si scopre che anche le auto civetta non posso ospitare rilevatori di velocità, a meno di non avere un lampeggiante attivo, così come le vetture di servizio. Ed ancora: non è legale indicare genericamente che su un tratto di strada avviene il controllo elettronico della velocità senza identificare esattamente dove lo strumento viene posizionato (il tipico caso dei VeloOk in sequenza, dove solo uno dei tanti involucri ospita l'apparato).

La circolare Minniti affida ai prefetti il compito di valutare se la posizione dei rilevatori sia congruente con l'esigenza di ottenere maggiore sicurezza sulla rete viaria, piuttosto che un semplice mezzo per rimpinguare le casse dei comuni e, in questo caso, da mandato ai funzionari di agire per la tutela degli utenti della strada.

Agli stessi comuni viene inoltre chiesto di dettagliare in modo circostanziato la provenienza e l'entità delle generiche voci di notifica che oggi incidono in maniera significativa sull'importo di un verbale. Ultimo, ma non meno importante, sarebbe il caso di verificare anche la corretta taratura delle apparecchiature e la periodicità con la quale questo avviene.

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