Aprilia: dopo RS, Tuono e Tuareg 660, anche una Pegaso?

Gianluca Salina

Aprilia Pegaso 660. Suggestione o una futura crossover su base bicilindrico 660 dal nome che rievoca un famoso modello del passato della casa di Noale? A dare il via al tutto è stato un post del marchio veneto sulla sua pagina Facebook e riguardante la Pegaso di 30 anni fa.

Partiamo da un presupposto: quando si scrive di nuove moto in arrivo, si hanno sempre degli elementi di base che avvalorano il contenuto dell'articolo. In questo caso no perché, parlando di una ipotetica e futura Aprilia Pegaso 660, si tratta quasi di suggestione pura. Quasi… perché in realtà un elemento da cui partire per quella che è una speculazione, c'è ed improvvisamente fa sembrare tutto non così campato per aria.

E' bastato infatti un post su Facebook della casa di Noale di qualche giorno fa, dove l'azienda veneta ripercorreva la storia della Pegaso, per, da un lato far acclamare il modello da parte degli appassionati del marchio e, dall'altro, mettere in moto le nostre perverse rotelle, alla ricerca di un qualcosa di più.

Il primo punto è facile. In una delle diverse epoche d'oro del motociclismo, più precisamente all'inizio degli anni '90, la Pegaso ha contribuito a farne la storia come peraltro svariate altre moto del periodo. Questo è avvenuto prima con il monocilindrico di 600 cc e poi con il successivo 652 cc, per una avventura durata 21 anni, fino al 2011, anno dell'uscita di produzione del modello.

Per il secondo punto invece non ci sono regole umanamente spiegabili, se non con una domanda: avrebbe un senso una Pegaso in chiave 2020 ed oltre? La risposta, secondo noi è sì e da questo è scaturito il tutto. C'è poi ancora un punto, da analizzare e riguarda il motivo per il quale Aprilia abbia fatto un post sulla Pegaso. Semplice celebrazione dei 30 anni anni di uno dei suoi modelli di successo, ordinaria attività dei profili social dell'azienda o c'è dell'altro?

Sì, direte voi, stiamo ragionando sul nulla, ma la storia recente insegna che la Rete è un ottimo strumento che le case oggi usano, per sondare, in modo più o meno diretto, i desiderata dei clienti. Torniamo dunque a bomba. Aprilia ha inaugurato, come hanno ribadito gli uomini di Noale in occasione di EICMA 2019, un new deal il cui primo frutto è la piattaforma 660.

La prima sarà la RS 660, la più sportiva della famiglia, (pur se non specialistica come la RSV4), attesa su strada già per questa stagione, ma che è stata anch'essa vittima del rallentamento dato dal Covid-19 e che vedremo probabilmente nelle concessionarie in autunno.

Poi toccherà alla Tuono 660, mostrata nei padiglioni di Rho come concept e che dovrebbe essere messa a listino all'inizio della prossima stagione. Infine alla Tuareg 660, che probabilmente vedremo a sua volta come concept in autunno, per ritrovarla in strada non prima dell'inizio del 2022. Line-up completata? Forse, ma non necessariamente.

Andiamo a vedere cosa succede in casa d'altri. Yamaha è l'esempio più eclatante degli ultimi anni nel segmento delle bicilindriche sub-700 cc. La casa di Iwata ha a listino la naked (MT-07), la crossover (Tracer 700, qui il nostro test), la neo retrò o vintage che dir si voglia (XSR 700) e la adventure specialistica (Ténéré 700). 

Facendo gli opportuni distinguo per quello che sarà il posizionamento più elevato delle 660 di Noale rispetto alla famiglia MT di Yamaha, ad esempio, si avrebbe la sportiva in più e la crossover in meno dall'altro. E per una crossover realizzata sulla base del nuovo bicilindrico veneto, non trovate che Aprilia Pegaso 660 sarebbe un nome azzeccato?

Visto che siamo arrivati fin qui, completiamo l'identikit della moto. Ingentilita un minimo rispetto alla configurazione motoristica che verrà usata su RS 660 e Tuono 660, potrebbe avere 85-90 cv, l'elettronica delle sorelle più "stradali", ergo riding mode, TC ecc ed essere dotata dell'accoppiata 17"-17" (o 19"-17") per quanto riguarda le ruote.

Fantasia? Forse, ma lo spazio effettivamente per il modello, specie vedendo i volumi di vendita delle varie Tracer 700, Kawasaki Versys 650 (il nostro test) e Suzuki V-Strom 650 (il nostro test) parrebbe esserci, sfruttando le economia di scala di una piattaforma sulla carta molto interessante e che ha destato molto interesse ancora prima della presentazione di un suo modello. D'altra parte Aprilia è nel mezzo di un processo di cambiamento ed evoluzione di cui le 660 sono il primo segnale tangibile.

Come sempre, only time will tell, perché solo tra un po' di tempo sapremo se queste righe e la Aprilia Pegaso 660 saranno state un volo pindarico o una sorta di fortunata previsione. In ultimo, giusto per tirare un'altra pietra nello stagno, aggiungiamo che il motore 660 potrebbe anche prestarsi a dare vita ad un quinto modello, un retrò in stile XSR 700, ma questa sarebbe un'altra storia ancora.

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